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Cronaca

Botte alla lucciola che non riusciva a pagare il marciapiede, sfruttatore in manette

Le indagini della squadra mobile dopo il grave episodio avvenuto sulla Caorsana. In carcere un albanese pregiudicato, da tempo residente a Piacenza

Una violenta aggressione a una prostituta, che non riusciva a pagare il "pizzo" di 50 euro al giorno per il marciapiede, è costata l'arresto per tentato omicidio e sfruttamento della prostituzione. In carcere è finito un albanese di 34 anni, da anni residente a Piacenza, che è stato arrestato dalla polizia su ordinanza di custodia cautelare. Il provvedimento di arresto è stato emesso dal gip del tribunale di Piacenza dopo una rapida indagine degli agenti della squadra mobile, che sono risalti allo straniero dopo il grave episodio avvenuto lo scorso 2 marzo. Intorno alle 10 del mattino un automobilista di passaggio sula Caorsana aveva visto un uomo aggredire violentemente con un tubo di ferro una lucciola. All'arrivo della polizia lui era già fuggito a bordo di un'auto di grossa cilindrata di cui però il testimone aveva annotato la targa. La donna invece, una albanese di 42 anni, è stata rintracciata poco dopo all'ospedale dove era in cura per le botte: una decina di punti di sutura sulla testa e la frattura di un polso (dovuta al gesto di difendersi con il braccio dalla furia dell'aggressore) che renderà necessaria un'operazione chirurgica. Per lei un mese di prognosi. Le indagini degli agenti coordinati dal dirigente Serena Pieri hanno permesso di individuare l'albanese, già arrestato in passato per spaccio. La polizia, sotto il coordinamento del pm Matteo Centini, ha quindi scoperto che la donna era costretta a versare 50 euro al giorno per potersi prostituire su quella porzione del marciapiede. Uno sfruttamento che andava avanti da quasi un anno, ma negli ultimi giorni non era riuscita a pagare. Questo aveva scatenato l'ira dello sfruttatore che, al culmine di una lite in mezzo alla strada, l'ha aggredita con con il tubo di metallo. Un oggetto simile a quello che la polizia ha trovato a bordo della sua auto durante la perquisizione prima dell'arresto. «Le indagini sono ancora in corso - afferma Serena Pieri - e non possiamo al momento escludere che l'albanese sfruttasse anche altre prostitute in zona».

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