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Cronaca

Camposanto Vecchio, Aipo: «La soluzione migliore è un argine golenale»

Con riferimento ai diversi articoli e servizi relativi alla situazione della chiesa di Camposanto Vecchio a Borgotrebbia l'AIPO (Agenzia interregionale per il fiume Po) ritiene di dover fornire alcune precisazioni in una nota

Con riferimento ai diversi articoli e servizi relativi alla situazione della chiesa di Camposanto Vecchio a Borgotrebbia (leggi qui gli articoli in questione) l’AIPO (Agenzia interregionale per il fiume Po) ritiene di dover fornire alcune precisazioni in una nota:

«Cominciamo con ordine: la chiesa di Camposanto Vecchio e le strutture ad essa connesse erano “non utilizzate” ed in stato di abbandono fino a qualche anno fa, si trovano in un’area golenale, ossia in una zona all’interno degli argini maestri che proteggono l’intera città di Piacenza dalle piene del Po. Poco conta appurare se siano stati costruiti prima gli argini o la chiesa; occorre, invece, sapere che per l’intero bacino del Po, partendo dalle Alpi piemontesi fino al Delta in Veneto, è vigente dal 2001 un “Piano di Bacino”, redatto dall’Autorità di Bacino del Fiume Po, dove sono state individuate delle “Fasce” (A, B e C) per i diversi fiumi ed ovviamente per tutto il Po. La delimitazione di queste permette di distinguere in maniera chiara, quali sono le zone dove il fiume deve essere assolutamente lasciato libero di passare (fascia A), quelle dove il fiume può arrivare normalmente (fascia B) e quelle dove potrebbe arrivare per eventi catastrofici (fascia C). Naturalmente all’interno di queste fasce sono state stabilite delle regole da rispettare».

«Nel caso di Piacenza la linea degli argini maestri costituisce il limite della fascia B, mi spiego meglio: la fascia A è rappresentata dallo spazio occupato dal fiume in condizioni ordinarie; la fascia B è lo spazio occupato dal fiume in piena, all’interno degli argini; mentre la fascia C è lo spazio che sarebbe allagato nel caso un’alluvione catastrofica sormontasse gli argini. Questo Piano di Bacino è uno strumento importantissimo in quanto permette di definire in maniera unitaria, indipendentemente da quanto potrebbero decidere le singole Regioni, Province e Comuni, quali aree devono essere restituite al fiume (prima che se le riprenda) e che cosa è possibile mantenere nelle zone dove il fiume può arrivare, cercando di eliminare risarcimenti di danni in cui sarebbe chiamata a contribuire la collettività».

«Si tratta di un Piano quasi unico in Europa, proprio per la particolare situazione della Pianura Padana, una delle aree più altamente urbanizzate d’Europa, con una rete di infrastrutture viarie e ferroviarie tra le più sviluppate. Ma torniamo a noi: la chiesa di camposanto Vecchio si trova in fascia B. Per cui lì l’acqua del Po ci può arrivare. E quindi se arriva la piena dobbiamo sapere che bisogna andare via. Non è l’unica struttura che si trova all’interno degli argini, basti pensare agli avvenimenti del 5 – 6 novembre scorsi nella provincia di Torino dove sono state evacuate 94 famiglie a Moncalieri, con disagi enormi, nella notte e sotto la pioggia, perché la piena stava arrivando alle abitazioni, ma quelle famiglie sapevano che le loro case si trovano in un’area dove l’acqua può arrivare».

«E allora cosa fare? Certamente l’AIPO non può costruire un argine a protezione di tutte quelle strutture che si trovano in fascia B, ma deve utilizzare le limitate risorse assegnate per il mantenimento in efficienza dell’intero sistema di protezione arginale che deve difendere la città di Piacenza e tutta la provincia. In particolare la chiesa di Camposanto Vecchio, forse andava protetta prima di realizzare un centro di accoglienza per ragazze madri, sicuramente non da parte di AIPO, per quanto spiegato prima. In ogni caso deve essere prevista evacuazione per particolari eccezionali eventi di piena, non sicuramente per piene come quella degli ultimi giorni. Ciò premesso la migliore soluzione è di far costruire un argine golenale, pertanto a quota inferiore a quella dell’argine maestro, per proteggere la chiesa ed i locali esistenti e queste sono le opere che, dopo varie ipotesi esaminate e concordate con il Comune di Piacenza e poi progettate da AIPO, verranno realizzate in tempi brevi».

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