Carabiniere invalido al 100% dopo il Covid, Nsc: «Sia considerato vittima del dovere»
La richiesta all'Arma da parte del Nuovo sindacato carabinieri dopo il caso del militare piacentino ammalatosi gravemente e dimesso dopo tre mesi di ospedale
«Il carabiniere piacentino gravemente ammalato di Covid, e ora invalido al cento per cento a causa dei postumi della malattia, sia dichiarato "vittima del dovere"». A chiederlo è il Nuovo sindacato carabinieri con riferimento alla vicenda del militare di 52 anni in servizio in una stazione piacentina che in pieno boom della pandemia, a marzo del 2020, finì per 57 giorni in terapia intensiva, e venne dimesso solo dopo tre mesi. Il sindacato dei carabinieri - spiega un'agenzia Ansa - gli ha fatto ottenere il riconoscimento della "causa di servizio", evitando il rischio che venisse congedato e si trovasse senza lavoro con una famiglia da mantenere.
Il carabiniere, che si era ammalato nel marzo del 2020 dopo un intervento in pattuglia a casa di un anziano poi deceduto per Covid, ha però dovuto fare fronte di tasca sua a migliaia di euro di spese sanitarie dopo la dimissione dall'ospedale.
«Riteniamo che l'Arma - conclude il responsabile del comitato medicina legale e pensionistica Nsc Ciro Ingui - come datore di lavoro e controparte sui rimborsi alle vittime del servizio si venga a trovare in un duplice conflitto di interessi. Questo non è più tollerabile come non è tollerabile il ritardo sui riconoscimenti che attualmente prevedono dai 4 ai 5 anni di attesa».