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Alle Novate

Colpito da arresto cardiaco mentre blocca un detenuto violento, agente salvato col defibrillatore in carcere

L'episodio è avvenuto in una sezione alle Novate: l'agente della penitenziaria è stato rianimato dal personale sanitario. Il ringraziamento del direttore Lusi a tutto il personale

Un agente della polizia penitenziaria è stato salvato grazie al defibrillatore all'interno del carcere delle Novate. E' accaduto nella serata di mercoledì 19 gennaio, quando gli agenti stavano cercando di riportare la calma in una sezione del carcere dove un detenuto, ubriaco e violento, ha tentato di aggredirli.
L'agente, durante le fasi concitate, è caduto a terra perdendo conoscenza a causa di un arresto cardiaco. Il personale sanitario in servizio alle Novate è subito intervenuto utilizzando il defibrillatore installato all'interno della struttura penitenziaria, salvando l'uomo che è stato poi trasportato all'ospedale dal 118. 

«Ormai non passa giorno che gli organi di stampa diano notizia di aggressioni al personale, ma questa volta si è sfiorata davvero la tragedia» afferma il segretario nazionale del sindacato Uil PA Polizia Penitenziaria Domenico Maldarizzi. «Il tutto è accaduto mentre l'agente cercava di riportare l’ordine e la disciplina nella sezione dove un detenuto, in evidente stato di alterazione provocato dalla grappa “fai da te” che quotidianamente i vari ristretti preparano macerando la frutta. Solo l’alta professionalità dei sanitari presenti, con l’ausilio del defibrillatore, ha permesso di mantenerlo in vita mentre il detenuto continuava imperterrito nella sua escandescenza».

«Non possiamo che esprimere – continua Maldarizzi - il nostro ringraziamento ai sanitari dell’istituto piacentino e ringraziare il direttore Gabriella Lusi per le belle parole rivolte a tutto il personale oltre che augurare al nostro collega il nostro augurio di pronta guarigione. Ormai il sistema carceri è al collasso – conclude Maldarizzi - con i suoi numerosi problemi in primis dal sovraffollamento, ai soggetti psichiatrici ed una modalità custodiale che ha provocato solo aumento di eventi critici ed aggressione al personale».

Dopo questo episodio, il direttore del carcere Gabriella Lusi ha scritto una lettera di ringraziamento agli agenti in servizio nel penitenziario piacentino.
«Con animo ancora pieno di emozioni, comincio questa giornata di lavoro col desiderio di comunicarvi la mia vicinanza e, consentitemi, il mio affetto. Il nostro collega, l'amico per tanti, soccorso nel migliore dei modi dal personale sanitario e sostenuto dal calore di tutti voi, avrà ancora bisogno delle nostre preghiere e dei nostri pensieri, della nostra amicizia e colleganza che di certo non mancheranno, avendovi apprezzato in questi anni per il vostro cuore oltre che per la vostra professionalità. La situazione di ieri sera, a cui ho assistito solo in parte, non potrò mai dimenticarla: Il detenuto era fuori controllo e molti di voi, pur provati dall'angoscia e dal dolore per quanto accaduto al collega, hanno dovuto mantenere il controllo, impiegando legittimamente la forza fisica, e sostenere un'ulteriore prova di nervi.
Nella circostanza ho letto nei vostri sguardi quello sgomento, quello sconcerto e quella rabbia che ancora questa mattina sono certa non siamo riusciti a smaltire. Il nostro lavoro ha i tratti dell'imprevedibilità, è vero, ma mai avremmo immaginato di doverci occupare di una grave situazione di ordine e sicurezza causata da un solo detenuto, oserei dire indifferente alla gravità della situazione per la vita di un Poliziotto Penitenziario. Eppure lo avete fatto, con coraggio e professionalità, dimostrando ancora una volta quanto siete uniti attorno ai valori della colleganza e dell'umanità. Vi giunga pertanto il mio grazie che non è una semplice "pacca sulla spalla", non solo perché nasce da sentimento scevro da strumentalità, ma anche perché nasce dalla consapevolezza che il contesto detentivo, in crescente difficoltà, ha sempre più bisogno di tutti noi».

«A poche ore dall’arresto cardiaco - avvenuto ieri alle 22 mentre prestava servizio presso le carceri di Piacenza - l'agente di Polizia Penitenziaria ringrazia lo staff medico- infermieristico e Progetto Vita. È salvo grazie al tempestivo intervento del personale del carcere con il defibrillatore. Il cinquantenne F. P. fu uno dei primi agenti che oltre 20 anni parteciparono al corso per imparare l’uso del defibrillatore, donato alle carceri da Progetto Vita, uno dei primi DAE del Progetto Vita Piacenza» scrive Progetto Vita Piacenza.
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