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Cronaca

Carenza di protezioni nella sanità, partono gli accertamenti

Forze dell'ordine in campo per verificare che cosa non abbia funzionato. La procura apre un fascicolo, per ora senza indagati né ipotesi di reato

Sono solo i primi passi, ma da alcuni giorni sono in corso alcuni accertamenti, da parte delle Forze dell’ordine, sul caos che ha generato la mancanza di dispositivi di protezione a gran voce chiesto, fin dall’inizio dell’epidemia, da tutti i sanitari. La procura ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati né ipotesi di reato, ma gli investigatori sono al lavoro per verificare se vi siano stati “intoppi” che hanno portato a far sì che infermieri e medici operassero in prima linea senza protezioni contro il micidiale Covid-19. Ma sono altri i settori pubblici, mobilitati per l'emergenza, spesso a corto di Dpi (Dispositivi di protezione individuale) che avrebbero dovuto ricevere dallo Stato: Forze dell'ordine, vigili del fuoco e la stessa Protezione civile. Il materiale raccolto sarà poi portato sul tavolo del sostituto procuratore Antonio Colonna.

Certo, non si tratta di un lavoro semplice, anche perché i livelli di gestione e di responsabilità sono diversi. Gli ospedali ricevono il materiale dalla Regione e dalla Protezione civile, a cui vengono inviati dal Governo anche dopo acquisti e gare di appalto. Insomma, un ginepraio burocratico da cui sembra difficile uscire. E, sempre grazie alla burocrazia che soffoca questo Paese, identificare responsabilità non sarà altrettanto facile. Nelle strutture sanitarie piacentine, tante protezioni (guanti, mascherine, tute) sono arrivate grazie alle donazioni di privati e aziende e più di una volta dal personale, dai sindacati e anche dalla politica sono arrivate le grida di dolore dei camici bianchi.

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