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L'allarme giustizia

In procura uffici chiusi o affidati a pensionati, non c'è personale amministrativo: «Precedenza solo a casi di massima urgenza»

La procura piacentina è al collasso per mancanza di personale amministrativo, a fronte di sei magistrati che lavorano migliaia di fascicoli all'anno. Il procuratore Pradella: «Provo grande sconforto. Il personale residuo è sfiancato e allo stremo». Le fanno eco l'Ordine degli avvocati e la Camera Penale

In procura i magistrati non mancano e non manca di certo il lavoro (per usare un eufemismo. Infatti sono migliaia i fascicoli che arrivano ogni anno sulle scrivanie dei sostituti procuratori). Quello che però è insufficiente - e che rischia di far collassare il sistema a stretto giro - è il personale: ad uno straordinario lavoro giudiziario non corrisponderebbe un’adeguata attività amministrativa che ne garantisca il corso. «La situazione è gravissima»: lo dicono l’ordine degli avvocati, la Camera Penale piacentina e il procuratore Grazia Pradella che ha scritto per tre volte alla Procura Generale: «Oggi come oggi ci troviamo costretti a dare la precedenza solamente alle situazioni di massima urgenza. Solo nella settimana scorsa abbiamo avuto ventitré Codici Rossi in sette giorni: e questi hanno la priorità su tutti».

In maggio gli uffici hanno perso dodici persone, quasi tutte per pensionamento e a breve (settembre) se ne andranno altre tre figure per un totale rimanente di quindici (su trenta previsti da organico). Di questi, tre risultano soggetti a limitazione lavorativa e uno usufruisce di permessi sindacali al 75%. Per fronteggiare la situazione il procuratore ha dovuto emanare un ordine di servizio per inserire nell’organizzazione pensionati delle forze dell’ordine come volontari per due volte e per qualche ora a settimana e ha dovuto impiegare alcuni addetti alla polizia giudiziaria (già in sotto organico) in altri compiti.

La segreteria magistrati (che sono sei con mille fascicoli all’anno ciascuno) è composta da due assistenti (con permessi di maternità), un’operatrice, un’ausiliaria e una volontaria presente due volte a settimana. E ancora: l’Ufficio Ricezione Atti a mano è affidato nella quasi totalità ai volontari pensionati che spesso hanno difficoltà nell’uso della tecnologia, mentre l’Ufficio Dibattimento verrà inderogabilmente chiuso dall’8 al 26 agosto perché all’unico dipendente (peraltro con qualifica di autista) vanno garantite le ferie.

La conseguenza, dunque, sarebbe che tutti quelli in servizio stanno lavorando a ritmi serrati con grande fatica, e che molti fascicoli già “lavorati” dal magistrato rimangono immobili perché non c’è personale sufficiente che ne garantisca il corso. La gravità è connessa al fatto che la procura ha un carico di lavoro notevole: sulle scrivanie dei magistrati arrivano circa mille fascicoli all’anno a testa "contro noti", dei 4mila invece  “contro ignoti” se ne occupa Pradella in persona ed infine ne rimangono fuori ancora 1500 di atti "non costituenti reato".

«Ho scritto alla procura generale che ha fatto da tramite con il Ministero circa le nostre esigenze. Ad ora - spiega Pradella - provo un grande sconforto perché una procura che si trova a lavorare migliaia di fascicoli senza arretrati non può contare su un apparato amministrativo che sia all’altezza di una mole gigantesca di lavoro, e ci troviamo costretti a dare la precedenza solo alle situazioni di massima urgenza. Il personale residuo è sfiancato e allo stremo: nemmeno con molte ore di straordinario si riesce a portare a termine tutto. Ho chiesto aiuto ai pensionati delle forze dell’ordine, ma nulla basta più. A loro il mio più sentito ringraziamento». E ancora: «Non siamo in grado di stare al passo delle iscrizioni delle notizie di reato perché non ci sono addetti che le stampano dal portale e ho dovuto chiedere che la pg e gli assistenti dei magistrati non prendano ferie nello stesso momento».

CAMERA PENALE - «Nonostante la disponibilità dei magistrati e del personale residuo, siamo di fronte a una carenza talmente grave di risorse che si creano inevitabilmente disservizi al cittadino e forte compromissione dei diritti di difesa per indagati, per le persone offese e i loro difensori. In queste condizioni il servizio offerto non è più accettabile» - spiega la presidente della Camera Penale piacentina, l’avvocato Elena Del Forno. «Abbiamo denunciato al Ministero questa situazione nell'ottobre 2021 con altre Camere Penali sia per una carenza di magistrati sia di personale e poi a maggio abbiamo avanzato un altro sollecito. Piacenza,  - prosegue - sotto il profilo del personale è maglia nera dell’Emilia-Romagna. Anche la Camera Penale ha interessato il procuratore generale reggente Lucia Musti, che proprio in queste ore si è attivata dimostrando massima vicinanza alla nostra grave situazione. Ma sul “materiale umano” ha competenze il Ministero. Magistratura e avvocatura stanno cercando di supportarsi a vicenda perché il problema è del cittadino al quale vengono meno servizi essenziali. In questa situazione contingente non aiuta inoltre il portale deposito atti penali e l’accesso da remoto a fascicoli perché sono sistemi farraginosi che necessitano migliorie e chiarimenti non imputabili di certo alla singola procura, ma al sistema centrale ministeriale».

ORDINE DEGLI AVVOCATI - «Siamo molto preoccupati perché a rischio c’è il servizio “giustizia” e dal ministero non sembra arrivi alcun segnale. La chiusura degli uffici inoltre provocherà un disservizio per tutti coloro che hanno bisogno di accedervi e non sono solo avvocati, anzi. L’attività giudiziaria  - spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giuseppe Giuffrida - non è supportata da un’adeguata attività amministrativa. La situazione è gravissima».

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