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Cronaca

Caruso alla cena della 'ndrangheta: «Ogni uomo ha un prezzo»

Secondo la Dda di Bologna l'esponente piacentino di Fratelli d'Italia sarebbe parte integrante dell'organizzazione criminale che operava tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Decine le intercettazioni e le immagini che lo ritraggono insieme ai vertici mafiosi

CARUSO ARRESTATO OK-2Giuseppe Caruso, inoltre, è accusato di truffa perché avrebbe ingannato i vertici di Riso Roncaia spa (che avendo guai finanziari si erano affidati alla cosca) facendo credere loro di poter ottenere finanziamenti grazie a contatti e conoscenze. I fratelli Roncaia si erano affidati a Caruso, il quale, secondo le accuse della Dda, gli presentò un dipendente del Banco popolare di Lodi: l’azienda risicola chiedeva un finanziamento di 5,5 milioni, per non perdere un bando europeo, erogato da Agea, per la fornitura di riso. Gl industriali avrebbero “ricompensato” Caruso e il funzionario di banca con 28mila euro. Tutto questo, sottolinea il gip, «incassando somme di denaro senza che quanto promesso si realizzasse e non restituendo le stesse quando ai Roncaia è stato chiaro che erano stati ingannati». In questa vicenda, poi, a Caruso e al fratello Albino - insieme con Salvatore Grande Aracri (in posizione di vertice) Francesco Muto, Claudio Bologna, Giuseppe Dtrangio e Domenico Spagnolo - viene contestata anche l’estorsione perché, in vari incontri nel Mantovano e nella sede del Riso Roncaia, il gruppo avrebbe agito con «minacce, anche larvate, evocando la forza di intimidazione del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano e facendo avvertire come concreta la possibilità del ricorso a ritorsioni, rappresaglie e atti di coercizione fisica».

OPERAZIONE GRIMILDE

La Polizia di Stato di Bologna, in collaborazione con quella di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha esegutio una vasta operazione nei confronti del sodalizio 'ndranghetistico operante in Emilia, storicamente legato alla famiglia mafiosa dei Grande Aracri di Cutro. I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Bologna su richiesta della Dda, sono eseguiti dai poliziotti della squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza in varie province dell'Emilia Romagna. Nell’ambito dell’operazione, denominata Grimilde, sono impegnati circa 300 tra donne e uomini della Polizia di Stato appartenenti a tutti gli Uffici investigativi dellEmilia Romagna, al Reparto Mobile di Bologna, al Reparto volo Emilia Romagna, al Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna, alle Unità Cinofile della Polizia di Stato. Sono in corso di esecuzione, in varie città d'Italia, anche cento perquisizioni nei confronti di coloro che pur non essendo direttamente destinatari del provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria di Bologna sono risultati, nel corso dell’indagine, collegati al gruppo 'ndranghetistico operante in Emilia Romagna. I destinatari del provvedimento restrittivo sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, truffa aggravata dalle finalità mafiose. 

La relazione della Dia sulle cosche operative in Emilia-Romagna

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