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Cronaca

Caso Dorini, in manette 39enne romeno. Era latitante da due mesi

Operazione"Grecale Ligure". Lo straniero faceva parte dell'associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, unitamente ad altre otto persone, già oggetto di provvedimenti restrittivi eseguiti dalla DIA il 1 settembre

Nella serata del 25 novembre la polizia romena, a seguito di attivazione della Direzione Investigativa Antimafia, tramite la Direzione Centrale della Polizia Criminale ha arrestato Sorin Calin Adrian Moraru, romeno di 39 anni in esecuzione di Mandato di Arresto Europeo, emesso dall’Autorità Giudiziaria di Piacenza. Il catturato, ristretto nel carcere di Craiova, sarà estradato in Italia entro il 5 dicembre e messo a disposizione dell'autorità giudiziaria competente. 

Moraru era latitante da circa due mesi, nell’ambito dell’indagine denominata "Grecale Ligure", quale partecipe di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, unitamente ad altre otto persone, già oggetto di provvedimenti restrittivi eseguiti dalla DIA il 1 settembre. 

Contestualmente, in quella data, sono stati eseguiti numerosi sequestri preventivi di società e beni aziendali, conti correnti, fabbricati, beni immobili e mobili registrati, tutti illecitamente accumulati, situati nelle province di  La Spezia, Massa Carrara, Milano, Piacenza, Prato, Lodi e Siena per un valore stimato di 150 milioni di euro.

L’attività del sodalizio era finalizzata allo svuotamento patrimoniale di società in stato di insolvenza, trasferendo i beni aziendali in aziende di nuova costituzione le cui quote erano intestate a soggetti di fiducia.  Successivamente le società insolventi, non prima di averle “ripulite” di ogni bene immobile e partecipazione societaria,  venivano trasferite in Bulgaria e Romania per impedire la dichiarazione di fallimento in Italia ed il conseguente esercizio dell’azione penale per il reato di bancarotta fraudolenta. In particolare,  l’arrestato si occupava di eseguire le necessarie attività operative in Bulgaria, tra le quali l’apertura di uffici, gestione di movimentazioni finanziarie, coordinamento con i professionisti bulgari e di attività di collegamento tra Italia e Bulgaria, come il trasferimento di documentazione contabile e l’accompagnamento di altri soggetti coinvolti nelle condotte distrattive. Infine, nello stesso contesto investigativo, sono state sottoposte a sequestro preventivo le quote di una società di Prato che gestiva  una nota casa di riposo, il cui valore stimato  supera i  10 milioni di euro.

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