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Caso Dorini, «Il rischio che si suicidi è alto»: ai domiciliari l'avvocato

Il rischio che si suicidi è alto e per questo motivo gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. E’ così uscito dal carcere di via delle Novate, Pierpaolo Zambella, l’avvocato 44enne di La Spezia arrestato con altre sette persone nell’operazione Grecale Ligure

Il rischio che si suicidi è alto e per questo motivo gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. E’ così uscito dal carcere di via delle Novate, Pierpaolo Zambella, l’avvocato 44enne di La Spezia arrestato con altre sette persone nell’operazione della procura di Piacenza e della Dia di Genova nell’ambito dell’inchiesta sulla bancarotta, il riciclaggio e il trasferimento fraudolento di beni all’estero che ruotava intorno al Gruppo Dorini.

Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Bersani, ha disposto i domiciliari dopo aver ricevuto la relazione dei sanitari del carcere che indicano un rischi concreto per il detenuto. Zambella dovrà rimanere in casa sua, a La Spezia, e non potrà comunicare con l’esterno. La custodia cautelare rimane, ma secondo il gip i domiciliari possono evitare due delle esigenze cautelari che lo avevano portato alle Novate: la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove.

Zambella, sentito dal gip nei giorni scorsi, aveva ammesso di essere a conoscenza dello stato critico del Gruppo Dorini. E sul capo di Zambella sono piovute anche le dichiarazioni di Gian Marco Govi, un piacentino anch’egli arrestato, il quale ha spiegato come agisse Zambella nel preparare lo svuotamento delle casse di alcune società dei Dorini, facendo sparire i diversi crediti. Il patrimonio, però, rimaneva sempre in capo ai Dorini, attraverso una serie di società create ad hoc e intestate a prestanome.

Il ruolo di Govi è importante. Dipendente del Gruppo aveva un ruolo apicale di gestione e attuava, come fiduciario, tutte le decisioni dei Dorini «ivi comprese quelle depauperative dei patrimoni delle società del Gruppo, fornendo, consapevole dei propositi  distrattivi degli amministratori, consigli e suggerimenti sui mezzi idonei a sottrarre i beni ai creditori e collaborando attivamente nell’ideazione ed esecuzione del piano criminoso prevedente lo svuotamento delle società  del Gruppo Dan Ang s.p.a» come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Dan Ang era la società principe dei Dorini, di cui erano detentori di tutte le quote.

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