Cassazione, sindacalisti Cobas liberi: «Inammissibile il ricorso dei pm»
La procura chiedeva l'annullamento dell'ordinanza del Tribunale del Riesame di Bologna che aveva liberato dagli arresti domiciliari i sindacalisti del Si Cobas accusati di associazione a delinquere e svariati altri reati
«La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura per chiedere l'annullamento dell'ordinanza del Tribunale del Riesame di Bologna che il 5 agosto - scrive l'agenzia La Presse - ha liberato dagli arresti domiciliari i sindacalisti del Si Cobas indagati per associazione a delinquere e altri reati che sarebbero stati commessi fra 2014 e 2021 - secondo i pm - per "conquistare i magazzini" della logistica emiliana "attraverso le affiliazioni" dei lavoratori e "lucrare introiti derivanti dalla tessere e dalle conciliazioni" e "ricche buonuscite in caso di cambio appalto"».
«Ieri - scrive la Presse - il procuratore generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto di rigettare per inammissibilità il ricorso depositato dalla Procuratrice di Piacenza, Grazia Pradella, e dal sostituto procuratore Matteo Centini per chiedere un nuovo giudizio al Tribunale della Libertà di Bologna e il ripristino di misure cautelari a carico dei sindacalisti arrestati lo scorso 19 luglio e rimessi in libertà due settimane dopo. Oggi è stata comunicata la decisione della Sesta Sezione della Suprema Corte».
«Liberi e senza misure cautelari rimangono il segretario nazionale del sindacato di base, Aldo Milani, e i membri della segreteria provinciale di Piacenza Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli, tutti indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata a commettere i reati di violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, sabotaggio, blocco stradale, manifestazione non autorizzati commessi durante gli scioperi e i picchetti di questi anni nei magazzini della logistica».
«Nel ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione per il quale si attendono le motivazioni, depositato dalla Procura di Piacenza lo scorso 22 di settembre, i pm criticavano la decisione del tribunale del Riesame di Bologna di rimettere in libertà i sindacalisti domandandosi "se tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti a fin di bene è integrata la fattispecie di associazione a delinquere?" e se il "fine" possa "giustificare i mezzi"».
LA SODDISFAZIONE DEL SINDACATO: «UN’ALTRA VITTORIA GIUDIZIARIA»
«Il S.I. Cobas vince ancora in Tribunale, stavolta nel più alto grado di giudizio, la Cassazione. A perdere è invece la Procura di Piacenza, che aveva ricorso alla più alta magistratura contro la decisione di liberare i leaders sindacali dopo gli arresti fondati sui teoremi repressivi della scorsa estate. Nonostante la fortissima sentenza del Tribunale del Riesame di Bologna, che aveva nello scorso agosto ribaltato i teoremi accusatori, la Procura di Piacenza aveva infatti deciso di insistere evidenziando una chiara volontà politica di colpire l’organizzazione sindacale che più di ogni altra ha in questi ultimi dieci anni emancipato migliaia di lavoratori da povertà e sfruttamento nel piacentino. Non si tratta di retorica: i lavoratori piacentini stanno toccando con mano quanto diciamo, e si chiedono perché vengano perseguitate le persone che hanno ottenuto centinaia di accordi al fine di innalzare le loro paghe, altrimenti incatenate ai contratti collettivi nazionali sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil. Il trattamento per i sindacalisti in questi anni è stato vergognoso, con un enorme sperpero di denaro pubblico: intercettazioni telefoniche, arresti, denunce, manganellate davanti ai magazzini. Nonostante questo, il S.I.Cobas è riuscito a stipulare accordi migliorativi per migliaia di lavoratori. La Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso della Procura, reputando priva di fondamenta questa ulteriore insistenza. I sindacalisti dichiarano che nonostante la continua repressione e la violazione della loro privacy, le loro lotte non si fermeranno e continueranno a stipulare accordi migliorativi per il bene della classe operaia piacentina: dopo la liberazione dagli arresti si sono infatti aggiunti al sindacato lavoratori provenienti da tantissime nuove aziende, che vanno dal settore sanitario a quello agricolo, dall’alberghiero al ferroviario fino a quelli autostradale e della grande distribuzione. Al momento, accordi migliorativi di tale portata vengono stipulati solamente dal S.I.Cobas, che rimane quindi l’unica speranza per la classe operaia del nostro paese. Non ci fermeremo quindi, anche se ciò dovesse costare la nostra libertà, come già successo per ben due volte, e continueremo a combattere contro quel sistema capitalista che ogni giorno aggredisce i diritti e i salari dei lavoratori con il rialzo dei prezzi energetici e dei beni fondamentali. Siamo parte della classe operaia e non burocrati fuori contesto: per questo sentiamo e viviamo la sofferenza dei lavoratori e per questo veniamo colpiti, perché non siamo solo un’organizzazione ma il simbolo che è possibile vincere quella lotta di classe che chi comanda non ha mai smesso di portare avanti contro la povera gente».