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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Certificati di malattia “facili”, chiesta la condanna di un medico di base

Il camice bianco era stato denunciato in una operazione in cui erano state arrestate tre persone per spaccio, sfruttamento della prostituzione e assenteismo. Il difensore: il mio cliente va assolto

Due anni e sei mesi di reclusione è la pena chiesta dall’accusa per un medico piacentino imputato di falso ideologico e false attestazioni di malattia. La difesa del professionista, invece, ha chiesto che venga assolto. E’ l’ultimo atto della vicenda che aveva portato in carcere tre persone e visto il medico denunciato. Una brutta storia fatta, secondo la procura, di prostituzione, spaccio e assenteismo grazie a presunti certificati medici rilasciati alla “leggera”. Dalle intercettazioni era emerso che l’agente diceva alle segretarie e al medico: «Fammi il certificato, oggi non sto bene». Il professionista era stato sospeso per due mesi dall’attività in base al decreto Brunetta sui dipendenti pubblici infedeli.

Il giudice Elena Stoppini si è riservata la decisione e ha rinviato l’udienza. La condanna è stata chiesta dal pm Antonio Colonna, al termine della requisitoria in cui ha ripercorso le principali tappe dell’inchiesta, condotta dalla Polizia Municipale, sottolineando come il medico avesse rilasciato il certificato di malattia a un assistente della polizia penitenziaria solo attraverso il telefono. Secondo l’avvocato Franco Livera, invece, il professionista non avrebbe violato alcuna norma.

Gli altri tre - compreso il tassista delle lucciole - avevano patteggiato in luglio pene variabili da una anno e due mesi a tre anni, la pena più alta è stata chiesta per il poliziotto al quale era anche stato applicato il decreto Brunetta sul pubblico impiego. I tre erano accusati, a vario titolo, di aver avviato un giro di prostitute e di smercio di hascisc per quei detenuti che uscivano dal carcere. Un lavoro impegnativo per l’assistente, il quale a causa della doppia vita lavorativa era spesso “ammalato

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