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Cronaca Rottofreno / Via Emilia Pavese

Ciclista travolto e ucciso, chiesti due anni per l’automobilista

L’incidente a San Nicolò nel 2016. Per l’accusa, la vettura avrebbe dovuto prevedere l’evento. La difesa: la bicicletta svoltò all’improvviso a sinistra, nessun eccesso di velocità, fu un fatto imprevedibile

Due anni di reclusione. E’ la richiesta di pena avanzata, il 21 gennaio, dal pm Monica Bubba al giudice Gianandrea Bussi per Fabio Rolleri, 31 anni, accusato di omicidio stradale per aver provocato la morte di un indiano di 36 anni. L’incidente avvenne il 22 giugno 2016 a San Nicolò. Il difensore di Rolleri, l’avvocato Mauro Pontini, ha chiesto l’assoluzione, perché l’uomo avrebbe rispettato il Codice della strada, non riuscendo a evitare l’impatto perché a scartare all’improvviso fu l’indiano in bicicletta. La sentenza è attesa in marzo. I familiari dell’indiano si sono costituiti parte civile con un avvocato di Lodi.

Lo scontro era avvenuto lungo la via Emilia, all’altezza della Lpr, poco dopo San Nicolò. Il 29enne piacentino venne arrestato e fu il primo caso in cui nella nostra provincia venne contestato l’omicidio stradale (il nuovo articolo era entrato in vigore a marzo). L’indiano era un operaio che lavorava un’azienda della zona. Secondo la procura, Rolleri, a bordo di una Land Rover, pur rispettando i limiti di velocità, non avrebbe tenuto una condotta che gli avrebbe permesso di evitare in tempo la bicicletta. Nonostante i tentativi di rianimazione del personale del 118, durati mezz’ora, l’indiano perse la vita.

L’avvocato Pontini ha sottolineato che il comportamento del suo assistito è stato corretto: viaggiava, alla velocità consentita, vicino al margine destro della corsia, sia per evitare un eventuale scontro frontale, sia per consentire la svolta a sinistra. L’auto avrebbe superato un primo ciclista, ma all’improvviso si sarebbe trovata di fronte un’altra bici che si era immessa in strada, attraversando la corsia, dirigendosi a sinistra verso una strada che, tra l’altro aveva il divieto di accesso. Il fuoristrada rimase sulla propria corsia, come hanno testimoniato i rilievi. La velocità era consona, come afferma il codice, per fronteggiare circostanze prevedibili. Ma quello fu un evento imprevedibile.

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