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Cronaca Fiorenzuola d'Arda

Clandestino e spacciatore terrorizzava i suoi clienti, condannato a quattro anni e sei mesi

E’ stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione il giovane pusher straniero accusato di spaccio, rapina ed estorsione nei confronti di due studenti. Il giudice ha anche disposto il nulla osta all’espulsione, perché clandestino

E’ stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione il giovane pusher accusato di spaccio, rapina ed estorsione nei confronti di due studenti. Il 26enne, difeso dall’avvocato Carlo Bonino, è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare, Stefania Di Rienzo, pm Emilio Pisante, durante l’udienza con il rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena). Per l’immigrato, un 26enne del Burjìkina Faso, il giudice ha anche disposto il nulla osta all’espulsione, perché clandestino. L'uomo aveva già collezionato in passato ventidue denunce e tre arresti. Si faceva chiamare "The Last King" e si era reso protagonista di un giro di spaccio di droga a Fiorenzuola, e si muoveva anche a Piacenza, Parma e Milano. Le indagini erano state svolte dai carabinieri di Fiorenzuola (all'epoca guidati dal maggiore Emanuele Leuzzi) coordinati dal sostituto procuratore Roberto Fontana. Lo straniero era stato arrestato il 20 maggio del 2016 vicino alla stazione ferroviaria di Piacenza.

IMG-20170523-WA0007-2-2-2LA VICENDA - Decisiva era stata la segnalazione di un docente dell’istituto Mattei di Fiorenzuola: il professore nel febbraio 2016 aveva notato il ragazzo africano avvicinarsi alle finestre dell'istituto per farsi consegnare il portafoglio, il cellulare e una sigaretta elettronica da uno studente. Subito i carabinieri della stazione di Fiorenzuola avevano avviato le complesse indagini, rese più difficili dal fatto che il 26enne usava poco il telefono. Con metodi tradizionali e con molta risolutezza i militari, guidati dal vice brigadiere Davide Calestani, hanno svolto le indagini coordinate dal maggiore Emanuele Leuzzi, ascoltando diversi studenti e portando alla luce un clima omertoso e di paura, provocato dalle intimidazioni e dagli atteggiamenti dell’immigrato.

Il 26enne vendeva dosi di marijuana ad alcuni giovani, che poi venivano intimiditi e costretti a consegnare, se non pagavano per intero, somme sempre più grandi di denaro. Nel mirino dell'arrestato erano finiti in particolare un 15enne e un 17enne, entrambi di origine straniera. Il 15enne, in particolare, era stato affrontato a scuola e strattonato, fino a quando non aveva consegnato denaro e smartphone. Il 17enne, invece, in gennaio aveva dovuto consegnargli il proprio smartphone da 350 euro come pegno per la “maria” non pagata. Al momento dell’arresto,l’uomo aveva con sé dieci grammi di marijuana e una busta schermata per rubare nei negozi ed eludere il sistema antitaccheggio. Marijuana, quella venduta ai giovanissimi, per altro, di pessima qualità: il 26enne la inumidiva con l'ammoniaca prima di venderla ai suoi clienti. Insomma, lo sballo tanto di moda è costato caro a diversi ragazzi, raggirati sul piano commerciale (la marijuana bagnata pesava di più, meno erba e più ammoniaca) e della salute (respirare ammoniaca può provocare tosse, sibili e difficoltà all’apparato respiratorio).

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