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Cronaca

Commercialista gonfiava crediti Iva: arrestati imprenditori edili e scoperta una frode milionaria

Complesse indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Finanza: in manette tre imprenditori edili, un commercialista (ora defunto) e decine di indagati a piede libero. Disposto il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per oltre un milione di euro

«Un lavoro egregio portato a termine in maniera eccezionale nonostante la complessità e la difficoltà che situazioni di questo tipo comportano», lo ha detto il sostituto procuratore Antonio Colonna che ha coordinato le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Finanza guidato dal tenente colonnello Sergio Riolo Vinciguerra, che hanno alzato il velo su un sistema ben rodato che ha comportato una frode fiscale di circa 4 milioni di euro posta in essere da un commercialista (ora defunto, Giovanni Barbieri) e 16 imprenditori edili dal 2012 in poi. Il gip Luca Milani ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di tre imprenditori e del professionista: sono accusati di frode fiscale perpetrata attraverso l’utilizzo di false compensazioni delle imposte.  E' stato anche contestualmente disposto il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, frutto dell’attività illecita, per oltre un milione di euro. 

Da sinistra: il tenente colonnello Sergio Riolo Vinciguerra, il sostituto procuratore Antonio Colonna, il colonnello Daniele Sanapo e il luogotenente Augusto Ferrari-2Nel corso delle indagini è stata analizzata una notevole mole di documentazione cartacea ed informatica sottoposta a sequestro e sono state raccolte testimonianze di oltre 40 persone che hanno confermato il modus operandi del commercialista, recentemente deceduto (peraltro anch’egli sarebbe stato destinatario di analoga misura di restrizione personale) che, su indicazione dei propri clienti e per alleggerire la propria posizione fiscale, in occasione della presentazione delle dichiarazioni fiscali, mediante la falsificazione della documentazione contabile, ha gonfiato i crediti Iva in modo da ottenere una maggiore imposta da compensare l’anno successivo. I responsabili della frode sono stati denunciati alla procura per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e false compensazioni Iva.

E’ emerso, inoltre, che tra i clienti del professionista in questione, vi fosse una società, operante nel settore edile, che annotava in contabilità costi fittizi documentati da false fatture emesse da una società totalmente sconosciuta al fisco.  Al termine delle attività investigative sono stati, pertanto, individuati complessivamente, 61 soggetti economici, gia sottoposti ad accertamenti fiscali, illecitamente beneficiari di false compensazioni, dei quali 17 denunciati,  sono stati contestati oltre 2 milioni di euro di Iva evasa, crediti iva inesistenti compensati per oltre 1,5 milioni di euro e costi non deducibili superiori a 600 mila euro. Oltre ai 3 arrestati, la disposizione del sequestro dei beni ha riguardato anche altri 2 imprenditori, anch’essi operanti nel territorio piacentino, complici della frode.

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