Sono stati condannati a quattro anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti della mamma e assolti per rapina sempre nei confronti della stessa. Si è concluso così per due giovani fratelli piacentini il processo che li vedeva imputati per un fatto che risale ad aprile 2020, anche se poi le indagini coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini andarono a ritroso, di lì l'accusa di maltrattamenti in famiglia. I due fratelli con una gravissima dipendenza da alcol erano accusati di aver rapinato la mamma per procacciarsi i soldi per le bottiglie e di averla maltrattata anche in altre svariate occasioni. Dopo la denuncia della donna erano iniziate le indagini e i due sottoposti alla misura dell'allontanamento dalla casa famigliare, misura che hanno violato ripetutamente. Per questo erano finiti alle Novate su misura cautelare ad agosto e dove si trovano tuttora. 

Il collegio di giudici presieduto da Stefano Brusati (a latere Sonia Caravelli e Camilla Milani) li ha condannati a 4 anni e sei mesi come detto e assolti per rapina perché il fatto non sussiste. La difesa (gli avvocati Marco Malvicini ed Emilio Dadomo) avevano instillato il dubbio che la ricostruzione fatta dalla madre circa quell'episodio non era lineare né precisa, non si andava pertanto oltre il ragionevole dubbio, sottilinendo come i tre fossero vittime, i due dell'abuso e la donna dei due figli, quindi un contesto degradato e sfilacciato dal punto di vista relazionale. 

La donna fu arrestata nelle settimane scorse perché trovata con alcuni grammi di droga alle Novate: li aveva consegnati ad uno dei figli durante un colloquio. I due giovani, con alle spalle diversi precedenti penali, erano anche finiti nei guai perché in cella erano riusciti a distillare dell'alcol, macerare frutta e a produrre una grappa.