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Cronaca Carpaneto Piacentino / Via G. C. Rossi

Contrabbando di auto di lusso ed evasione fiscale: arrestato imprenditore di Carpaneto

Il complesso meccanismo fiscale sul quale hanno fatto luce i finanzieri della tenenza di Fiorenzuola è quello tipico delle truffe carosello e delle cartiere, riguarda in questo caso 168 supercar importate dall'estero e consentiva l'importazione di auto di lusso tramite fatture per operazioni inesistenti e di certificati doganali contraffatti

Un imprenditore piacentino, titolare di un autosalone a Carpaneto, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Fiorenzuola per evasione fiscale, fatture false e contrabbando di veicoli. Insieme a lui è stato arrestato anche un altro imprenditore di Alessandria, mentre altre due persone che gravitavano intorno all’azienda di Carpaneto sono state denunciate a piede libero per gli stessi reati.
Il complesso meccanismo fiscale sul quale hanno fatto luce i finanzieri della tenenza di Fiorenzuola è quello tipico delle truffe carosello e delle cartiere, riguarda in questo caso 168 supercar importate dall'estero e consentiva l’importazione di auto di lusso tramite fatture per operazioni inesistenti e di certificati doganali contraffatti. L’evasione fiscale che la finanza ha accertato supera abbondantemente i 700 mila euro: «Ma uno dei due arrestati - hanno spiegato il procuratore di Piacenza Salvatore Cappelleri e il sostituto Antonio Colonna (che ha coordinato l’indagine) - si è già detto disponibile a rifondere in parte consistente il danno all’erario». Anche perché, contestualmente ai provvedimenti giudiziari, il tribunale di Piacenza ha anche firmato decreti di sequestro di beni degli indagati per centinaia di migliaia di euro. Dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Piacenza, i due arrestati sono stati scarcerati e ora si trovano agli arresti domiciliari.
Spiegano in procura: «E’ stato importante capire la movimentazione del denaro, che finiva anche su un conto corrente in Bulgaria. Somme che, dopo il formale pagamento delle fatture alle ditte importatrici, ritornavano indietro. Si tratta in questo caso di centinaia di veicoli di contrabbando perché non assolvevano gli oneri doganali per evitare le fideiussioni richieste dalla legge: il tutto grazie anche a certificati fasulli che permettevano poi di immatricolare regolarmente in Italia le vetture di lusso importate dall'estero»

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