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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Convegno sulle aree militari, Bisotti: «Ex ospedale e Pontieri, nel 2015 la svolta»

Si è tenuto nel pomeriggio del 15 dicembre il convegno al Polo di mantenimento pesante nord dal titolo "Aree militari, quale futuro per i territori". Piacenza si è confrontata con altre realtà sul tema della dismissione

Al polo di Mantenimento pesante nord si è svolto il convegno di confronto sulle aree militari, organizzato dal Comune di Piacenza e dall’Ordine degli Architetti della nostra provincia. Il tavolo voleva mettere a confronto alcune esperienze nel campo della dismissione delle aree militari, alla luce di un passo importante che è stato siglato nella nostra città la scorsa settimana: Piacenza ha ottenuto dal Ministero della Difesa - insieme a Torino, Padova e Trieste - alcune aree significative a cui trovare nuove destinazioni.

«Oggi è un po’ un punto di partenza – racconta Giuseppe Baracchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Piacenza - bisogna comprendere ciò che si può fare e ciò che si può realizzare all’interno di questi contenitori urbani. La sfida dei prossimi anni è sapere proprio cosa possono contenere questi spazi: cosa c’inseriamo all’interno? Oggi non possiamo dire di realizzare una città nuova in tempi brevi. Ma nel tempo questa grande metratura di spazi urbani può diventare qualcosa, l’importante è che ci sia a monte una strategia politica ben chiara su cosa si vuol fare della città. Questo è un problema che riguarda diverse città italiane, non solo Piacenza: ecco perché oggi ci confrontiamo con altre realtà. Vogliamo capire i principi degli altri meccanismi. Non bisogna perdere la speranza di vedere queste aree a disposizione, è tutto un working progress: bisogna mettere in atto una procedura. Io oggi sarei in grosse difficoltà a dire cosa fare di questi spazi. In passato a Piacenza avevamo riqualificato grazie alla residenza, percorso che oggi non è più il motore del cambiamento. Non mi sento di dire un ospedale, bisogna ripensare insieme a tutte le componenti della città: decidiamo cosa vogliamo ottenere, se più verde, più qualità dei servizi, una miglior gestione dell’esistente?».

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«Io sono ottimista – è il parere dell’assessore all’urbanistica Silvio Bisotti - sulla situazione di Piacenza, grazie al lavoro degli ultimi anni sottolineato dai progetti del Psc, si sono create le vocazioni di queste aree potenzialmente dismissibili, come ad esempio la Baia di San Sisto, Lusignani, Pertite, l’ex ospedale militare, il laboratorio Pontieri. Mi rincuora che due di queste realtà possano già avere una loro destinazione e un potenziale interesse per investimenti in tempi brevi: sto parlando del laboratorio Pontieri e dell’ex ospedale Militare. Realisticamente non ci vorrà tantissimo tempo, anche ci sono proposte serie, come quella della Camera di Commercio di realizzare il museo dell’agricoltura o altri interessi come cinema all’aperto, nuova palestra per le scuole. Il contesto è già libero, nel corso del 2015 potremo avere una svolta importante, non ci sono solo ipotesi di medio e lungo periodo, si parla anche di qualcosa che i cittadini di Piacenza possono vedersi restituire nel giro di qualche mese. Sono moderatamente ottimista: ci sono altre scelte che invece, a causa degli spostamenti necessari dei militari – su tutti la Niccolai – che richiedono impegni maggiori, anche dal punto di vista economico».

«È tempo di adeguarsi: in certi casi – spiega Alessandra Ferrari degli architetti di Bergamo - bisogna capire che occorre anche demolire. Il riuso non può spesso essere il recupero tout court di questi edifici, ma deve prevedere un mix di funzioni, in base alle esigenze del territorio, collegamenti con la città».

«Senza programmazione – ha spiegato Alessandro Marata, membro del consiglio nazionale degli Architetti - non si va da nessuna parte: dove non c’è stato questo in passato, si è creato un “male” dentro ad alcune città. Bisogna trovare strumenti di semplificazione urbanistica, per cambiare l’uso e i vincoli. Il problema più grande della dismissione di queste aree si sa, è il tempo, non si sa quanto ci vuole per completare l’operazione. Non ci sono ancora esempi virtuosi di dismissioni di aree militari nel nostro Paese, sono iniziate da poco tempo per giudicare, però in Francia e Germania si trovano ottimi modelli. Spesso è molto più difficile riqualificare un’area industriale, rispetto a una militare. È decisiva la buona volontà degli amministratori e degli investitori».

«L’Italia deve sfruttare questi cambiamenti – è il pensiero di Cesare Maggi, immobiliarista – naturalmente invogliando questi investitori che aspettano ritorni interessanti dal punto di vista economico. Oggi è il momento in cui nessuno vuole investire. La nostra città ha sicuramente un problema di infrastrutture, bisogna mettersi in condizione di crearle e poi di pensare a attrarre investitori esteri. Ricordiamo che Piacenza dal punto di vista della logistica è fortunata».

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