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Cronaca Fiorenzuola d'Arda / Corso Giuseppe Garibaldi

«Per tenere unita la famiglia, Balwinder ci ha rimesso la vita»

Corteo in centro a Fiorenzuola per ricordare la mamma indiana di 27 anni uccisa per gelosia dal marito: no alla violenza e difesa dell'immagine della pacifica e laboriosa comunità indiana

Uniti nel nome di Balwinder Kaur e del rifiuto della violenza contro le donne. Il lungo corteo silenzioso si è snodato per le vie di Fiorenzuola. A illuminarlo le candele dei partecipanti e la voglia di ricordare la povera indiana di 27 anni uccisa dal marito Kulbinder Singh, nel nome di una presunta gelosia. Sabato sera 9 giugno, si è svolto il corteo, organizzato dall’Associazione degli indiani, nel nome di Balwinder.

I motivi che hanno portato gli indiani in strada sono stati il rispetto della memoria di Balwinder, il no alla violenza (“i problemi si risolvono parlando”) e la difesa dell’immagine della pacifica e laboriosa comunità indiana.Una manifestazione a cui hanno partecipato in tanti, cittadini italiani, ma anche di altre etnie. A far da collante, la dignità della comunità indiana e diverse associazioni di immigrati. A partire da Fiorenzuola oltre i confini con il presidente Luigi Danesi. Non è mancata la presenza del Comune di Fiorenzuola, presente con quattro assessori.

In corteo per Balwinder Kaur ©Pavese/ilPiacenza

Le condoglianze e la vicinanza alla famiglia di Balwinder sono arrivate anche dal deputato Daniela Santanchè (Pdl), attraverso l’avvocato Gianmarco Lupi, che assite i genitori e la sorella della 27enne uccisa. Santanchè da sempre si batte in difesa delle donne e contro la violenza, a qualsiasi latitudine essa si presenti. Intanto, potrebbe arrivare presto la decisione del Tribunale per i minorenni di Bologna, a cui Lupi ha avanzato la richiesta di affidamento del bimbo di 5 anni, a nome dei famigliari della madre. Una pratica che ha avuto anche  il parere positivo del pm Antonio Colonna, che coordina le indagini sull’omicidio.

L’assasssinio ha sconvolto i tanti indiani - e non solo loro - che vivono nel Piacentino. Il momento toccante è stato quando Harjeet, un cugino di Balwinder, ha parlato, raccontando chi fosse la 27enne, i suoi sogni e cosa significhi la sua perdita. «Per tenere unita la sua famiglia, ci ha rimesso la vita». Un racconto interrotto dalla commozione e dalle lacrime. E’ seguito poi un momento di preghiera, guidato da un responsabile religioso Sikh, religione a cui apparteneva Balwinder e la sua famiglia: «Solo Dio ha il diritto di dare e togliere la vita».

In piazza anche il responsabile della comunità indiana in Italia, Harvant Singh e quello provinciale Talwinder Singh. Harvant ha ringraziato tutti per la vicinanza, affermando che chiunque si trovasse in uno stato di difficoltà può contattare la comunità indiana, che mette a disposizione avvocati e anche aiuti finanziari.Dalla Collegiata, verso le 20, si è mosso il serpentone di partecipanti.

Davanti a tutti Kulwinder, la sorella di Balwinder, e un’altra parente tenevano una grande e bella foto della giovane mamma ammazzata. Dietro, tante donne tra cui la mamma di Balwinder, di tutte le etnie con in mano una candela e una bandierina nera. Sguardi mesti e silenziosi hanno accompagnato la marcia per le vie della città. Separati dal primo gruppo, seguivano gli uomini, con il papà di Balwinder e tutti i famigliari maschi nel rigoroso rispetto della tradizione religiosa indiana.

Nel piccolo anfiteatro a fianco del Comune, i partecipanti si sono riuniti ed è stata ricordata Balwinder. Danesi ha ricordato di aver subito aderito alla serata per «la giovane madre che conoscevo da anni. Una mamma che non vedrà più il suo bambino». Le “frasi irresponsabili” di qualcuno hanno gettato una cattiva luce sulla comunità, che ora è preoccupata. «Il problema - ha concluso - è però la non cultura della donna, sottomessa all’uomo, che esiste un po’ dappertutto» ha detto citando il caso di una ragazza italiana uccisa per gelosia dal fidanzato.

L’assessore Sara Felloni (Pari opportunità) ha evidenziato come finora siano state 57 le donne uccise in Italia, mentre il suo collega Angelo Mussi (Servizi sociali, con loro c’era anche Luigi Orrù, Istruzione) ha chiesto «più attenzione verso i bambini e le donne». A margine, a Felloni è stato chiesto se il Comune intenda costituirsi parte civile contro Kulbir. L’assessore ha risposto «vedremo».

Monsignor Gianni Vincini, parroco della Collegiata (era presenta anche don Giovanni Cappa parroco di Baselica Duce, dove la coppia abitava con il bimbo di 5 anni) ha detto di aver visitato l’India e ricordato un detto: «La notte finisce quando riconoscete l’altro come vostro fratello».L’avvocato Lupi ha evidenziato come «oggi sia un esempio di democrazia, un punto di partenza per la nostra società».Al termine, in tanti hanno deposto la candela accesa sotto la foto di Balwinder, il cui volto è tornato a risplendere, mentre la notte si impadroniva di Fiorenzuola.

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