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Cronaca

Corteo in centro per Charlie Hebdo, gli islamici: «Non offendete la nostra religione»

Dopo i tragici fatti di Parigi e la manifestazione in Place de la Republique, duecento persone hanno marciato in centro a Piacenza nella serata del 15 gennaio contro il terrorismo e la violenza. Presente anche Giovanni Rossi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa

Dopo i tragici fatti di Parigi e la manifestazione in Place de la Republique, duecento persone hanno marciato in centro a Piacenza nella serata del 15 gennaio contro il terrorismo e la violenza. «La libertà di stampa va tutelata sempre e non ci sono giustificazioni per quanto accaduto al giornale satirico Charlie Hebdo. E' legittimo contestare ma questa libertà non va mai soffocata. Piacenza è un modello esemplare di integrazione, dobbiamo crescere i nostri giovani con valori sani e punti di riferimento molto forti» dichiara il sindaco Paolo Dosi. Con lui anche buona parte della giunta. Il filo rosso dell'evento? La matita come simbolo di libertà di espressione. Tanti anche i cartelli contro l'islamofobia. 

Alla manifestazione hanno aderito e partecipato molte organizzazioni, associazioni e sindacati: Amnesty International, Le Mani delle Donne, Ambiente e Lavoro, Auser, Cgil, Cisl, Uil, Emergency, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Acli, Anpi, Arci, Uds, Giovani Democratici, Associazione Stampa Emilia Romagna, Libera e la Comunità Islamica di Piacenza. Si è partiti da piazza Cavalli per arrivare in piazza Duomo, passando per via Venti. 

Molto importante la presenza del piacentino Giovanni Rossi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa: «Non potevo mancare a questo importante appuntamento e esprimo la mia solidarietà ai famigliari delle vittime di Parigi. La libertà di stampa è un valore imprescindibile della democrazia. Non esistono giustificazioni per quanto accaduto ed esprimo il mio sdegno. Si può criticare anche duramente ciò che glia altri fanno. Molti giornalisti hanno criticato,e criticheranno l'attività satirica di Charlie Hebdo, però un conto è polemizzare, altra cosa è impedire loro di esprimerlo e di farlo. Qui sta la differenza».

Anche la comunità islamica di Piacenza è intervenuta: «Le nostre preghiere e i nostri pensieri sono rivolti alle vittime innocenti che sono morte in Francia e che muoiono tutti i giorni in Medio Oriente, in Africa, in Europa Orientale e ovunque nel mondo.  L’Islam impone sempre ai credenti la moderazione, quella via di mezzo che non calpesti la natura, le credenze e le libertà degli altri. L'Islam non crede in chi fa la guerra usando la parola di Dio. Ma non crede neanche nell'arroganza, nell'offesa ai simboli religiosi e alle sensibilità altrui, nell'umiliazione e nella prepotenza dell’uomo. E' tempo di fermarci tutti. E' tempo di tornare a credere in Dio, nei valori del monoteismo, in noi stessi e nella nostra capacità di costruire la pace, oltre la politica. Si, perché noi andremo avanti a pregare, ma è tempo che la politica si prenda le sue responsabilità perché il terrorismo, le guerre e i conflitti in corso oggi, attribuiti alla religione, sono in realtà il risultato politico di un processo storico che di religioso non ha nulla». «Usiamo l'intelligenza, non i Kalashnikov» conclude un esponente dell'Unione degli Studenti. 

Charlie Hebdo, corteo in centro ©Gatti/IlPiacenza

 

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