Covid e Ikea, segnali di distensione tra Usb e San Martino: avviato un confronto
Arrivano segnali di distensione in merito alla vicenda che riguarda il sindacato Usb e la coop San Martino circa le buste paga arrivate a chi ha avuto il Covid
Arrivano segnali di distensione circa la vicenda che riguarda il sindacato Usb e la coop San Martino appaltatrice di Ikea. Se da una parte il sindacato autonomo sostiene che «ai lavoratori che hanno preso il Covid sono arrivate paga anche da 400 euro: è una vergogna», la coop aveva risposto con una nota nella quale ha spiegato come il «contratto nazionale Trasporto Merci e Logistica, applicato unitamente ad altri dalla nostra cooperativa, e sottoscritto dalle organizzazioni sindacali nazionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti ed all’associazione di categoria, rinnovato nei mesi scorsi, non prevede per la malattia integrazioni per parte aziendale, e “vede” quindi il solo riconoscimento di quanto erogato dall’Inps». Il 23 febbraio gli iscritti a Usb e operai nei magazzini Ikea hanno fatto uno sciopero di quattro ore e sono andati alla sede della San Martino e poi in prefettura dove hanno fatto un sit-in e successivamente consegnato alcune centinaia di firme «con le quali - spiega il delegato nazionale Roberto Montanari - i lavoratori chiedono che si regolarizzino le relazionin sindacali e che si apra una discussione seria sulla questione della malattia». «Lottare funziona sempre: dopo due anni abbiamo ottenuto un incontro nonostante la presenza maggioritaria del sindacato nei magazzini Ikea. Da San Martino è arrivata la conferma che si avvierà il confronto con il loro responsabile sindacale», ha detto Montanari dopo l'incontro con Paolo Rebecchi, responsabile dell'appalto.
«La coop - spiega Paolo Rebecchi - ha ribadito la volontà di colloquiare con i propri soci, peraltro come fa normalmente. A tal proposito abbiamo sottolineato l'apertura di un Ufficio Soci specificatamente a disposizione dei lavoratori e supporta non solo circa le pratiche lavorative ma anche e soprattutto per quelle che possano essere richieste anche di vita privata avanzate dai soci o dalle loro famiglie . E' uno strumento funzionale molto apprezzato che è a disposizione da tempo ormai, e riteniamo fondamentale per il welfare e il benessere dei nostri collaboratori. Siamo al corrente di una situazione complicata che si è verificata e che causa la pandemia ma abbiamo sempre lasciato al porta aperta per affrontare le problematiche con i singoli. La coop abitualmente ha aperto una negoziazione sindacale con le sigle firmatarie del contratto collettivo nazionale e che ha visto la nostra firma e la loro di diversi accorto, di un tavolo ancora aperto che sta ragionando anche su possibili ulteriori sviluppi ma è ovvio che serve il tempo corretto per inserire eventuali nuove prassi ma anche per poter analizzare a 360 gradi quella che è la situazione attuale».