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Cronaca

Dalla missione Onu il nuovo comandante del reparto operativo di Piacenza

Intervista al colonnello Luca Pietranera, attualmente in missione in Libano, che a breve prenderà il comando del Reparto operativo dei carabinieri di Piacenza: «La sicurezza? Si fa con la certezza della pena»

DALL'INVIATO A SHAMA (LIBANO) -  «Due temi mi stanno a cuore per quanto riguarda la sicurezza: la situazione delle carceri, con il sovraffollamento, e la certezza della pena. Li ritengo i fondamenti di qualsiasi ordinamento giuridico. Se non ci fosse la certezza della sanzione, l’organismo giudiziario rischia di essere percepito come inefficiente». Sono alcune delle “linee di mandato” del nuovo comandante del Reparto operativo di Piacenza, il tenente colonnello Luca Pietranera. L’ufficiale, attualmente in Libano, al seguito della missione di pace Unifil, ha un incarico delicato e di primo piano. E’ provost marshall, cioè il responsabile di tutta la polizia Onu nel Sud del Libano. Pietranera, a capo del Forensic team, per conto dell’Onu indaga sulle eventuali violazioni della risoluzione 1701 che ha introdotto i soldati di pace nel Paese dei cedri nel 2006, dopo la guerra dei “33 giorni” avviata da Israele per rispondere alle aggressioni armate di Hezbollah. Il colonnello, 50 anni, sposato e con due figlie, è stato il comandante del Nucleo radiomobile di Milano, incarico che gli ha permesso di acquisire una vasta esperienza.

Il colonnello, con altri cinque carabinieri indaga nel settore di competenza, il settore Ovest che ha un comando italiano con generale di brigata Antonio Bettelli. Ma l’Italia ha anche il comando dell’intera missione Unifil, con il generale di divisione Paolo Serra.  Pietranera si trova nella base di Naqqura, dove c’è il comando di Unifil.

Di recente, Pietranera è venuto a Piacenza per un primo giro di orizzonte e ha incontrato il comandante provinciale, il colonnello Paolo Rota Gelpi: «Non conosco la vostra città, ma tutti mi dicono che ci si viva proprio bene». Pietranera ha l’autorità di indagare sulle violazioni alla risoluzione, compiendo indagini, facendo sopralluoghi e ascoltando testimoni. Ma non solo. In caso di ritrovamento di armi, il suo team è all’opera, come quando vennero scoperti alcuni razzi vicino al confine durante la crisi di Gaza. «Abbiamo eseguito un sopralluogo - ha detto il colonnello - e scoperto che si trattava di razzi di fabbricazione cinese, che abbiamo poi consegnato all’esercito libanese». E l’esperienza dei carabinieri, ormai riconosciuta a livello internazionale, sarà utilizzata anche in Libano dove i militari, su richiesta di Unifil, avvieranno nelle scuole un programma di educazione stradale.

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