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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Decreto scuola, i sindacati: «Il Governo tratta il mondo dell'istruzione come un’azienda»

Flc, Cgil, Cisl scuola, Snals, Gilda-Unams e Uil scuola: «Far diventare il dirigente scolastico uno sceriffo non è giusto. Forse questo metodo potrà essere utilizzato in un'azienda ma nella scuola non serve una leadership verticistica»

Nel pomeriggio di martedì 14 aprile si è svolta l’assemblea organizzata da Flc, Cgil, Cisl scuola, Snals, Gilda-Unams e Uil scuola. Durante l’evento si sono confrontate le voci dei sindacati e quelle dei politici.

All’incontro è intervenuto Gianfranco Samorì, segretario regionale del sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola: «Facendo tante assemblee di questo tipo ho notato che la reazione degli insegnanti nei confronti di questo decreto è stata estremamente negativa.  Quando abbiamo fatto la raccolta di firme contro il documento sulla buona scuola del 3 settembre 2014 abbiamo raccolto oltre 300 mila firme. Basti pensare che l’organico dei docenti è di 633 mila persone: questo significa che ha aderito alla raccolta circa il 50% degli insegnanti. Durante questo incontro verranno esaminati ed esposti alcuni punti fondamentali del decreto di legge: si parlerà di assunzioni, del superpotere del dirigente scolastico e di contratti. Poi ci sarà un momento di interazione con gli insegnanti».

«Noi contestiamo – continua Samorì - il disegno di legge perché avvilisce la scuola: non stiamo parlando di un’azienda. Far diventare il dirigente scolastico un dominus, uno sceriffo, non è giusto. Forse questo metodo potrà essere utilizzato in un’azienda ma nella scuola non serve una leadership verticistica ma  partecipativa».

All’assemblea è intervenuta anche Raffaella Morse, segretaria regionale del sindacato dei lavoratori della conoscenza: «La domanda che dobbiamo porci è questa: perché c’è stata questa inversione di tendenza sul tema scuola? Perché ora la scuola dovrà essere gestita soltanto da una persona, dal dirigente? Non farà bene né agli insegnati, né al personale Ata né agli studenti.  Nella prima stesura della legge c’era 5 volte la parola “riforma”, nell’ultimo testo è scomparsa: ora si vuole far passare il messaggio che non è una riforma ma un riordino. Su queste tematiche deve aprirsi un confronto con il paese perché la scuola è il futuro dell'Italia».

Antonio Bonfrisco di Gilda insegnati ha spiegato: «Si è parlato tanto del dirigente - maresciallo. Secondo noi non deve essere dato altro potere al preside. In questo modo non ci saranno più tutele per i docenti, per il personale della scuola. Nel decreto si capisce come il dirigente avrà poteri molto estesi: potrà gestire il personale nell’arco di 3 anni, scegliere addirittura i docenti stessi e stabilire anche il livello stipendiale. È un abbattimento del ruolo docente. Il preside potrà circondarsi dei suoi fidati che avranno tutte le garanzie e gli spazi che vorranno ma chi non sarà nelle grazie del preside, non avrà nulla di tutto questo. Bisogna invece restituire agli insegnanti il potere e la libertà di discutere e dibattere per generare la creatività dell’insegnamento durante i consigli docenti».

All’incontro è intervenuto anche il segretario del Partito Democratico Loris Caragnano: «L’argomento della scuola è molto complicato. Il governo Renzi è in carica dal febbraio 2014 e nella moltitudine delle cose da considerare, il tema della scuola è stata trattato. Si sta cercando di affrontare la questione analizzando le problematiche attuali ma questa situazione non è soltanto frutto del governo di questi pochi mesi. Stiamo cercando di agire con gli strumenti che abbiamo. Si è parlato di occupazione, di formazione in sevizio con 40 milioni di euro. Mi sembra comunque un inizio: sono concetti che da anni non venivano trattati. Le opportunità per migliorare questo decreto ci saranno: la disponibilità del governo nel collaborare e discutere c’è».

ll pubblico dell'assemblea organizzata da Flc, Cgil, Cisl scuola, Snals, Gilda-Unams e Uil scuola-2

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