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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Monticelli d'Ongina

Denunciò e gli bruciarono l'auto: rubata merce per milioni di euro alla Sda di Monticelli

Sgominata dai carabinieri del Norm di Fiorenzuola un'importante organizzazione criminale che operava all'interno della Sda di Monticelli volta al furto e alla ricettazioni di merci per milioni di euro. Chi denunciò venne minacciato e gli fu bruciata l'auto

Quasi cento indagati, 110 capi d'accusa, 37 ordinanze di custodia cautelare (14 in carcere, 11 domiciliari e 13 obblighi di firma), centinaia di intercettazioni e circa 10 milioni di euro di refurtiva (anche in parte recuperata). Gli indagati sono accusati a vario titolo dbertoldi savo pradella centini savoli 2020-2i associazione per delinquete finalizzata al  furto, ricettazione, peculato. Questi i numeri dell'enorme operazione dei carabinieri del Norm di Fiorenzuola (Stealing job) guidati dal maresciallo Enrico Savoli (con loro quelli di Monticelli) che hanno sgominato una potente organizzazione criminale che per anni ha usato la filiale Sda per rubare merce di valore per milioni di euro e ricettarla. Si tratta in una compagine strutturata e divisa in due fazioni, quella siciliana guidata da Diego Accardi e quella calabrese da Nicola Dattilo, hanno spiegato in procura il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini Matteo Centini e il procuratore capo Grazia Pradella. Gli indagati per lo più sono dipendenti della cooperativa di servizi Elpe Global Logistic Services di Torino collegata alla SDA Exspress Courier (azienda del gruppo Poste italiane società a capitale pubblico, e quindi incaricati di pubblico servizio), si appropriavano, per rivenderle a committenti tra i quali pare alcuni negozi delle merci in transito presso il deposito di Monticelli. Le indagini sono iniziate nel 2017 e per mesi sono state portate avanti anche dall'allora comandante della Compagnia di Fiorenzuola, il maggiore Emanuele Leuzzi.

pradella centini 2020-2L'azienda era diventata zona franca per gli affari milionari che l'associazione compiva avendo costruito una filiera ben rodata composta da ricettatori, autotrasportatori, magazzini di stoccaggio predefiniti e da chi facendo finta di non vedere ma che avrebbe avuto il compito di vigilare (due guardie giurate) lasciava uscire dal magazzino centinaia di bancali (peraltro all'interno non era nemmeno installato un sistema di videosorveglianza e l'anarchia era sovrana). Un cancro che era arrivato anche a controllare - spiegano dalla procura - le assunzioni e in caso di potenziali richiami l'operaio nel mirino veniva avvisato per tempo. Solo una persona non si è girata dall'altra parte, ha visto cosa succedeva e si è rivolto ai carabinieri: poche ore dopo gli avevano già incendiato l'auto. 

«I militari dell'Aliquota Operativa di Fiorenzuola - spiega il pm Centini - per l'ennesima volta hanno dimostrato una capacità fuori enrico savoli-2dal comune nello svolgere un lavoro capillare, preciso, puntuale ed eccellente, che comporta un'estrema professionalità, determinazione e abnegazione». «Posto che all'interno dello stabilimento arrivavano a lavorare circa 250 persone e gli indagati sono 94 ecco, fate voi i vostri calcoli», spiega Pradella. A raccontare compiutamente quanto accadeva all'Sda di Monticelli un'ordinanza di più di 600 pagine nelle quali vengono descritti tutti gli episodi e trascritte le intercettazioni nelle quali i committenti ordinavano nel dettaglio ciò di cui avevano bisogno, creando una filiera parallela clandestina ed estremamente fruttuosa. Si sono appropriati di merci in transito destinandole alla successiva immissione nel mercato clandestino, previa ricezione, acquisto, occultamento ovvero intromissione nella ricezione o nell’acquisto, al fine di procurarsi un profitto, così come compiendo altre operazioni volte ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza. «Diego Accardi e Nicola Dattilo insieme a Carmine Pascale hanno ricoperto  - dicono in procura - i ruoli di costitutori, promotori ed organizzatori dell’associazione controllando ogni passaggio e ciascun appartenente al sodalizio». Qualora qualche sodale fosse finito nel mirino dell'Arma (almeno 6 gli arresti in flagranza) veniva loro fornita assistenza legale in modo che non parlassero né rivelassero quanto accadeva, isolando così di fatto gli episodi nel tentativo di renderli estemporanei e non riconduncibili alla radicata e potente organizzazione criminale. 

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