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Cronaca

Detenuto aggredito alle Novate, agente condannato a 4 anni

La Corte di appello a Bologna ribalta l’assoluzione in primo grado. Secondo i giudici, l’assistente non fece nulla per impedire il pestaggio di un 45enne. La difesa: non ha partecipato alle violenza e non poteva vedere cosa accadesse, ricorreremo in Cassazione

In primo grado era stato condannato per falso, ma assolto dal concorso in lesioni gravissime. La Corte di appello di Bologna, però, ha ribaltato la sentenza condannandolo a 4 anni per tutti i capi di imputazione e revocando la sospensione condizionale della pena. La condanna è stata emessa, il 5 aprile, nei confronti di Domenico Esposito, un assistente della polizia penitenziaria, in servizio a Piacenza quando, nel 2011, un detenuto venne brutalmente pestato da un ecuadoriano e un marocchino all’interno del carcere. Entrambi, accusati di tentato omicidio, reato poi derubricato in lesioni gravissime, vennero condannati nel luglio del 2013, con il rito abbreviato, a tre anni e a due anni e 8 mesi.

Il poliziotto era stato processato dal giudice monocratico e accusato di concorso in lesioni gravissime e falso ideologico (avrebbe scritto il falso nella relazione di servizio). Il giudice, nel luglio del 2015, lo assolse per il concorso in lesioni e lo condannò a un anno e 3 mesi per il falso. Il pm Ornella Chicca impugnò l’assoluzione in Corte di appello. Secondo i giudici del secondo grado, l’assistente avrebbe provocato, in concorso morale materiale con i due picchiatori e con altri 4 non identificati, le lesioni al detenuto pestato; avrebbe permesso che i detenuti rimanessero in un corridoio dove non sarebbero dovuti restare; avrebbe ritardato i soccorsi e commettendo un abuso di potere violando i doveri della propria consegna.

I difensori dell’assistente, gli avvocati Luigi Alibrandi e Benedetto Ricciardi hanno già annunciato il ricorso in Cassazione. I difensori hanno sempre sostenuto che il poliziotto non aveva partecipato al pestaggio, né era in accordo con i due detenuti. Inoltre, non poteva vedere che cosa stesse accadendo perché si trovava in un punto che gli copriva la visuale.

Il detenuto picchiato, che riportò lesioni permanenti per il 12%, si era costituito parte civile con l’avvocato Paolo Cattadori. I giudici di Appello hanno stabilito una provvisionale di 20mila euro, ma l’avvocato chiederà il risarcimento anche in sede civile. Cattadori si era associato alla richiesta di condanna del procuratore generale chiedendo la riforma dei capi di imputazione originari.

Il pestaggio avvenne nel luglio del 2011. Il detenuto, un 45enne genovese, finì in ospedale per un mese e riportò fratture anche al volto. Venne ricoverato e anche operato. A scatenare la violenza, secondo le indagini della Squadra Mobile, sarebbe stata l’abitudine del genovese a “parlare troppo”. La procura indagò anche l’agente sostenendo che, mentre i due detenuti lo pestavano con brutalità, lui avrebbe fatto finta di non vedere standosene in disparte, allertando i soccorsi solo all’ultimo momento.

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