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Cronaca

Difesa non violenta, si raccolgono le firme per una proposta di legge

"Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile, non armata e non violenta"

È partita anche a Piacenza la raccolta di firme per la proposta di legge d’iniziativa popolare che prevede l’“Istituzione e Finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile, non armata e nonviolenta”.

La proposta è stata presentata il 2 ottobre scorso da 6 grandi reti nazionali, comprensive di più di 200 associazioni ed enti in tutta Italia: Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace.

A Piacenza la campagna è supportata da ACLI, Arci, AUSER, Avè, Caritas Diocesana Piacenza -Bobbio, Centro Missionario Diocesano Piacenza –Bobbio, CGIL, Centro Psicopedagogico Per la Pace e la gestione dei conflitti, Donne e uomini contro la guerra –Piacenza, Emergency, ‘Gruppo di affidatarie/i di bambine/i del campo profughi di Jabalia – Gaza, tramite Salaam, Ragazzi dell’Olivo onlus’, La Pecora Nera, Legambiente, Libera, MCL, Piccolo Mondo, Progetto mondo MLAL , Tavolo della Pace, Unione degli Studenti.

L’iniziativa vuole rinforzare gli strumenti di difesa civile nonviolenta presenti nell’ordinamento giuridico italiano, che comprendono attualmente il Servizio Civile, la Protezione Civile e il corpo dei vigili del fuoco, facenti capo a specifici dipartimenti. Obiettivo della legge è creare un Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta  che gestisca direttamente i Corpi Civili di Pace (al momento previsti solo come sperimentazione triennale nell’ambito del Servizio Civile Nazionale all’estero) e si coordini con gli altri dipartimenti statali, costituendo un Consiglio Nazionale della Difesa Civile non armata e nonviolenta. Il Dipartimento inoltre dovrà comprendere un Istituto di Ricerca sulla Pace e il Disarmo.

È previsto che il Dipartimento venga finanziato dai cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi, scegliendo liberamente di destinare il 6 per mille, analogamente all’8 per mille alle istituzioni religiose o al 5 per mille al mondo non profit e alla ricerca. Una quota di base del finanziamento dovrà tuttavia essere costituita dalla ridestinazione annuale di parte delle risorse attualmente impiegate per sovvenzionare il comparto della difesa militare, che al contrario degli altri settori economici pare non aver ancora conosciuto crisi.

Cosa si intende con Difesa Civile non armata e non violenta? È un concetto ampio di difesa, che richiama agli articoli 11 e 52 della Costituzione, i quali affermano che la nostra è una Repubblica che ripudia la guerra e che la difesa della Patria è un sacro dovere di ciascun cittadino. Sacro dovere a cui ciascuno ha diritto di adempiere secondo coscienza, con i mezzi che può mettere a disposizione e non necessariamente con le armi, ma rispondendo ai bisogni delle persone più che dei confini, come ci hanno insegnato le lotte dei tanti obiettori alla leva militare obbligatoria. Quello che si chiede è quindi che lo Stato preveda e studi forme alternative di risoluzione delle controversie internazionali, investendo nella prevenzione e nella mediazione dei conflitti, nel supporto alla popolazione civile e che lo Stato dia organicità a tutti quelli interventi volti alla difesa della Patria in senso più esteso, dalle attività di primo soccorso all’intervento in caso di calamità naturali, dalla protezione del patrimonio ambientale e culturale alla tutela dei diritti e dei principi fondamentali della Costituzione. La Difesa Civile ha bisogno di maggiori risorse e di una maggiore autonomia e dignità istituzionale.

L’istituzione di un Dipartimento di difesa civile non armata e nonviolenta non sostituisce gli strumenti di Difesa militare di cui è dotata l’Italia, ma aggiunge nuovi strumenti per intervenire su problematiche in cui un intervento militare si dimostra inopportuno o inefficace e su rischi non previsti dall’ottica militare.

Perché la legge possa essere presentata e discussa in Parlamento è necessario raccogliere le firme di 50.000 elettori ed è ancora più importante far sentire la sensibilità della società civile verso questo tema, ecco il perché di una proposta di legge di iniziativa popolare.

Diversi amministratori della provincia di Piacenza stanno dando slancio all’iniziativa: il 03 aprile i componenti della giunta del Comune di Rivergaro hanno aderito a titolo personale alla campagna, promuovendo la raccolta delle firme sul territorio, e mercoledì 08 aprile lo stesso Sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha firmato la proposta, evidenziando l’impegno per la pace come uno dei principi fondanti del Comune che rappresenta. Esempi piacentini che si uniscono così ai Sindaci di Livorno, Genova, Reggio Emilia, Senigallia, Milano e Napoli, oltre alla Vicepresidente della Regione Umbria, che hanno firmato negli scorsi mesi, e ai comuni che finora hanno aderito ufficialmente all’iniziativa nel resto d’Italia: Ferrara, Correggio (RE), Vezzano (RE), Reggio Emilia, Albinea, Cavriago (RE), Bolgarello (PV), Colbeato (BS), Messina, Pavia, Voghera (PV), Vanzano (MI), Cuneo e l’Assemblea Capitolina di Roma Città Capitale ha approvato una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta a promuovere la campagna. La speranza è che molti altri comuni facciano sentire la loro voce in quest’ultimo mese di campagna.

I termini sono ormai vicini, a Piacenza sarà possibile firmare fino al 3 maggio, muniti di un documento d’identità, in tutte le iniziative organizzate dalle associazioni aderenti al comitato, nonché presso lo Sportello QUIC del Comune capoluogo e gli uffici anagrafe dei Comuni di Cadeo, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Pontenure  e Rivergaro. I moduli saranno presto depositati anche presso gli uffici dei Comuni di Carpaneto, Fiorenzuola e Podenzano.

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Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito https://www.difesacivilenonviolenta.org oppure contattare la referente locale, Glenda Cinotti alla mail glenda.cinotti@gmail.com .

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