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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Podenzano

«Diritto alla casa e al lavoro, non lo abbiamo noi e non lo avranno loro»

Presidio di Forza Nuova, CasaPound Italia e Veneto Fronte Skinheads​ nel pomeriggio del 22 luglio davanti al municipio di Podenzano. La protesta, che ha coinvolto circa cinquanta persone, è nata per l'arrivo di venti richiedenti asilo nella frazione di Albone

Presidio di Forza Nuova, CasaPound Italia e Veneto Fronte Skinheads​ nel pomeriggio del 22 luglio davanti al municipio di Podenzano. La protesta, che ha coinvolto circa cinquanta persone, è nata per l'arrivo di venti richiedenti asilo nella frazione di Albone. Nonostante il 21 luglio il sindaco Alessandro Piva abbia emanato un'ordinanza che ha dichiarato la struttura dei profughi inagibile e quindi ha anche deciso per lo sgombero, gli organizzatori hanno voluto comunque fare sentire la propria voce. 

Cinquanta persone con tricolori e un maxi striscione che recitava "Fermiamo l'immigrazione", hanno presidiato il municipio sotto l'occhio vigile dei carabinieri della compagnia di Piacenza e della polizia, sul posto anche con una squadra del Reparto Mobile di Bologna. Tanti gli slogan urlati, uno su tutti: "Diritto alla casa e la lavoro, non lo abbiamo noi e non lo avranno loro". Una protesta che non riguarda solo il caso di Albone ma che è segno di un malessere crescente e costante per i migliaia di sbarchi sulle nostre coste negli ultimi mesi, e una sensazione di impotenza e  precarietà che accompagna molti italiani. 

I profughi di Albone, venti uomini del Bangladesh, superavano in numero i residenti del piccolo abitato: questo aveva creato negli ultimi giorni accese polemiche ma dopo un sopralluogo dei tecnici del Comune il sindaco ha emanato l'ordinanza: la struttura manca delle condizioni igienico sanitarie e sarà sgomberata. Presenti Emanuele Meroni del Veneto Fronte SkinHead, Barbara Cremona (Forza Nuova), Pietro Pavesi (Casa Pound Italia) e Pino de Rosa (Circolo Culturale Bombacci). Tutti concordi nel dichiarare che "l'invasione va fermata, va bloccata la sostituzione etnica in atto". 

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