Divieto di spostamento tra Comuni a Natale e nei giorni di festa: Conte ci sta ripensando
Secondo fonti parlamentari, il presidente del consiglio sta riflettendo sull'ipotesi di rivedere lo stop alla mobilità e al rientro da Bruxelles incontrerà i capidelegazione
La norma che dispone il divieto di spostamento tra comuni potrebbe essere modificata. Ormai è più di una ipotesi. Il premier Giuseppe Conte sta riflettendo sulla possibilità di rivedere lo stop alla mobilità nelle giornate del 25 e 26 dicembre e quella del 1° gennaio. Lo scrive l'Adnkronos spiegando che un'eventuale modifica potrebbe riguardare in particolare i piccoli comuni. "Sul punto - scrive l'agenzia di stampa - è in atto un pressing da giorni da parte di settori della maggioranza, in particolare al Senato con il dem Andrea Marcucci e Davide Faraone di Iv, protagonisti di un duro scontro in una riunione la scorsa settimana con i ministri Roberto Speranza e Federico D'Incà". Il pressing è continuato anche nei giorni scorsi e secondo fonti parlamentari ieri ci sarebbe stata una interlocuzione al Senato per decidere il da farsi. Secondo le indiscrezioni, da prendere ovviamnente con cautela, il presidente del Consiglio sarebbe intenzionato a ragionare sull'ipotesi di una modifica della norma.
Sull'ipotesi di rivedere la norma il premier Conte vedrà i capi delegazione al suo rientro dal Consiglio europeo di Bruxelles ma anche i capigruppo delle forze di maggioranza. Non solo. Il presidente del consiglio avrebbe già chiamato i capi delegazione dalla capitale belga per confrontarsi rapidamente con loro sull'ipotesi di aprire una riflessione sul tema, "trovandoli concordi a un nuovo momento di discussione su una delle norme che ha suscitato maggior dibattito" scrive l'AdnKronos.
Spostamenti tra Comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno: cosa potrebbe cambiare
Il governo valuta dunque di allargare le maglie per lo spostamento tra i piccoli comuni nei giorni centrali delle festività natalizie. Il tema è stato oggetto di una riunione dei capigruppo parlamentari questa mattina al Senato. Ma già ieri sera - riferisce l'aganzia Dire - il premier Giuseppe Conte ne aveva parlato a quattr'occhi con il leader della Lega Matteo Salvini, che lo aveva invitato a un lavoro comune sul tema.
Le ipotesi sono due: consentire gli spostamenti tra i comuni dello stesso circondario, ad esempio negli hinterland cittadini. E consentire lo spostamento per i comuni con un numero molto basso di abitanti. Una riflessione sul punto viene richiesta dal Pd con Andrea Marcucci e da Italia viva.
Boschi: "Conte inizia a guardare la realtà"
Conferme in questo senso arrivano dagli stessi esponenti del governo. "Lo chiediamo da tempo, lo abbiamo ripetuto nelle riunioni di maggioranza e al Consiglio dei Ministri, ora siamo ben lieti che il presidente Conte si sia accorto che è necessario rivedere la norma che vieta gli spostamenti anche tra piccoli Comuni a Natale". Così Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva. "Obbligare gli anziani a trascorrere il Natale da soli, perché la famiglia dista solo qualche chilometro dalla propria abitazione, o costringere i figli di genitori separati a scegliere tra madre e padre, non solo è insensato, ma - sottolinea - non si basa neppure su dati scientifici, come sostenuto da autorevoli esponenti del Cts, che hanno valutato come inopportuna la norma."In questi giorni abbiamo chiesto a Conte, in ogni sede, non di accondiscendere a un nostro desiderio, ma di ascoltare il Parlamento, i sindaci e guardare in faccia la realtà di un Paese fatto da migliaia di piccoli Comuni".
Il divieto di spostamento tra i comuni a Natale e Capodanno
Il divieto agli spostamenti dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è stato introdotto con il decreto n. 158 del 2 dicembre e prevede, nel periodo di tempo indicato, l'interdizione a ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, e nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021. È vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
La misura è stata oggetto di contestazione da parte di molti governatori, nonché dall'opposizione e da esponenti della stessa maggioranza. Ciò nonostante ieri il ministro della Salute Roberto Speranza aveva ribadito che "le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste. In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c'è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone". Stando alle ultime indiscrezioni però l'esecutivo potrebbe ripensarci.