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Cronaca

Dollari falsi, in nove verso il rinvio a giudizio: tra loro un commercialista e un ragioniere piacentini

Ci sono anche un commercialista e un ragioniere, entrambi piacentini, tra i nove indagati per i quali la procura potrebbe presto chiedere il rinvio a giudizio per introduzione nello Stato e spendita di banconote false. L'operazione dei carabinieri risale al novembre del 2013

Ci sono anche un commercialista e un ragioniere, entrambi piacentini, tra i nove indagati per i quali la procura potrebbe presto chiedere il rinvio a giudizio per introduzione nello Stato e spendita di banconote false. Dopo la chiusura delle indagini, il sostituto procuratore Emilio Pisante sta valutando le loro posizioni. L’operazione dei carabinieri, nel novembre del 2013, portò alla luce un vasto giro di dollari falsi che venivano immessi in circolo da piccoli imprenditori, di proprietari di locali notturni, di titolari di pubblici esercizi, commercianti.

I carabinieri arrestarono 19 persone: italiani e stranieri residenti in provincia e in Lombardia. La posizione di due di loro, che devono rispondere di associazione per delinquere, è al vaglio della procura di Mantova. Prima dela chiusura dell’inchiesta, davanti al gip vennero svolti due incidenti probatori (acquisizione di prove al di fuori del processo). Tre degli indagati durante la deposizione davanti al gip avrebbero parlato accusando a loro volta altre persone del sodalizio. Ma la banda di falsari non si limitava a spacciare banconote. Il gruppo importava dalla Nigeria, dove avviene la produzione, banconote false da 100 dollari realizzate con la cartamoneta originale da un dollaro. Il dollaro viene “sbiancate” e sopra ci stampa la cifra di 100, poi venivano recapitate nel nostro Paese in plichi, occultati in oggetti di uso comune (medicinali di erboristeria, riviste, custodie per cd) spediti tramite ignare società internazionali di spedizione e quindi immesse nel circuito economico.

A far scattare le indagini, nel febbraio 2013, sono stati due versamenti da 7mila euro, in banconote da 100, che un commercialista piacentino aveva effettuato in due banche di Piacenza. I soldi avevano passato i controlli locali, ma non quelli del centro di raccolta, dove si sono rivelati falsi ed è scattato il sequestro. A quel punto, i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo, coordinati dalla procura, hanno cominciato a risalire a ritroso il percorso del denaro, arrivando a incastrare i 19.

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