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Cronaca

Droga iniettata nell'inguine, chiesti 7 anni di condanna

Per l’uomo che le fece l’iniezione. Una 17enne, nel 2007, perse una gamba. La difesa: «La donna è stata contraddittoria e poi non raccontò subito ai medici che cosa era accaduto»

Le venne amputata la gamba a causa di una iniezione di droga. Il 29 settembre, il pubblico ministero Ornella Chicca ha chiesto la condanna a sette anni di reclusione per Aldo Carta, l’uomo accusato di lesioni gravissime e ritenuto l’autore dell’iniezione. Il difensore di Carta, l’avvocato Paolo Ferroni, ha invece chiesto l’assoluzione. La sentenza del collegio presieduto da Gianandrea Bussi, a latere Ivan Borasi e Laura Pietrasanta, è attesa il 3 novembre. Secondo il pm, Carta ha praticato l’iniezione e avrebbe operato come un infermiere o un medico, pur non avendo alcun titolo. Ferroni, invece, ha detto che Carta non va condannato perché la ragazza si sarebbe contraddetta, in particolare sul luogo dove sarebbe avvenuta l’iniezione. Inoltre, per il difensore, la giovane - all’epoca 17 anni - non avrebbe subito detto ai sanitari del pronto soccorso che cosa le era successo (parlò di una aggressione), fuorviando così i medici. Infine, la difesa ha chiesto alla Corte di riqualificare il reato in colposo, poiché mancava la volontà di farle del male.

La vicenda è cominciata nel settembre del 2007. La giovane, in aula nel dicembre 2019, ha raccontato di aver conosciuto Carta in stazione e di essere precipitata nell’incubo della droga. Prima il fumo, poi eroina e cocaina. Lui, aveva detto, le avrebbe fatto la prima iniezione nella coscia (non ancora all’inguine), facendola precipitare nella tossicodipendenza. Viaggi continui a Rogoredo, per acquistare droga dai pusher. La donna, che oggi ha 29 anni, una nuova vita e tre figli, aveva spiegato ai giudici che nel dicembre era andata a Milano a comprare droga insieme a Carta. Lui, secondo il racconto della vittima, le avrebbe iniettato l’eroina all’inguine in un parcheggio. Tornata a Piacenza, dopo alcuni giorni era andata al Sert, ma qui aveva con terrore scoperto di non sentire più le gambe. Ricoverata in ospedale, venne operata e le fu amputata la gamba. Sempre assistita dal padre, il quale poi denunciò il fatto alla polizia che avviò le indagini, la giovane superò quel momento e si riprese, lasciandosi alle spalle la droga. Carta, nell’autunno 2010, fu condannato a sette anni, per i reati di lesioni come conseguenza di altro reato (2 anni) e spaccio (5 anni). La difesa ricorse in Appello e i giudici di secondo grado lo assolsero dal reato di spaccio, riqualificando l’altro reato in lesioni gravissime. Gli atti tornarono alla procura di Piacenza che formulò un nuovo capo di imputazione, per lesioni gravissime, che riportò Carta davanti ai giudici per un altro processo.

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