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Giovedì, 7 Dicembre 2023
In tribunale

E' a processo per stalking, in udienza insulti al giudice e calci ad una porta del tribunale

Sul banco degli imputati un liberiano: è accusato di aver tormentato, pedinato, minacciato una piacentina. Centinaia di messaggi, chiamate ma non solo. In aula insulta i magistrati e viene portato via dalla penitenziaria

«Non ho bisogno di uno psichiatra, ne avete bisogno voi», e poi insulti, urla e un paio di calci sferrati ad una porta del tribunale mentre la polizia penitenziaria lo portava via. E’ stata nuovamente un’udienza movimentata quella che vede imputato per stalking un liberiano accusato di aver tormentato una ragazza piacentina negli anni passati e che già nelle scorse udienze aveva tenuto un comportamento violento in aula scaraventando tavoli e sedie.

Lo straniero – per un provvedimento cautelare visto il pericolo che reiteri la condotta persecutoria e grazie all’aggravamento della misura del divieto di avvicinamento alla vittima, più volte disatteso – è dietro le sbarre da quando fu arrestato in flagranza nel 2021, ma tutto iniziò nel 2019. Nella mattinata del 4 ottobre lo psichiatra Filippo Lombardi ha spiegato al giudice Camilla Milani di non essere riuscito a periziare lo straniero perché quest’ultimo si era sempre rifiutato di incontrarlo alle Novate. La perizia fu chiesta dall’avvocato Sara Brienza, oggi sostituita dal collega Luca Caputi, anche per capire le condizioni mentali del liberiano e se ci fosse quindi la necessità di spostarlo in una struttura idonea.

In aula croce quindi l’uomo ha cominciato ad urlare e a insultare i magistrati e gli avvocati fino a quando gli agenti lo hanno portato via, nel tragitto verso il mezzo della penitenziaria ha continuato ad urlare e ha poi preso a calci una porta. Il giudice ha rinviato il processo al 13 dicembre e disposto un ulteriore tentativo di perizia psichiatrica. Sono quattro i procedimenti per stalking che vedono l’uomo accusato di perseguitato una giovane donna rendendole la vita un inferno. Per uno è stato condannato a dieci mesi, gli altri appunto sono ancora in corso. La piacentina è parte civile con gli avvocati Carlo Alberto Caruso e Maria Rosa Zilli.

Tutto ha avuto inizio nel 2019 nella Bassa. La giovane lavorava nell'azienda di famiglia e lo straniero era stato assunto: da quel momento lui ha deciso che Giulia (nome di fantasia) doveva essere a tutti i costi sua moglie e la madre dei suoi figli. Ha anche contattato la famiglia della ragazza dicendo che lei era la prescelta e non dovevano opporsi alle sue volontà. Nei giorni di Pasqua nel 2021 l'ennesimo episodio: si è presentato sotto casa della sua famiglia e ha tentato di aggredire il fidanzato con un sasso che in aula ha spiegato quanto la sua ragazza fosse cambiata: «Ha dovuto cambiare tutte le sue abitudini, era terrorizzata, piangeva, non si sentiva più sicura ad uscire da sola e faceva fatica a dormire. Era una ragazza solare e questa situazione l'ha davvero sconvolta». Giulia dopo alcuni episodi aveva sporto denuncia ed erano cominciate le indagini dei carabinieri, nel frattempo per l'uomo era stata spiccata un'ordinanza cautelare che prevedeva il divieto assoluto di contattarla, avvicinarla, recarsi nei luoghi e posti che lei frequentava, poi l'arresto in flagranza del 2021.

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