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Cronaca

Edilizia scolastica, Piacenza al primo posto in Italia secondo Legambiente

Il Rapporto Ecosistema Scuola, l'indagine annuale sulla qualità dell'edilizia scolastica e dei servizi della scuola dell'infanzia, premia la nostra città

Piacenza al primo posto in Italia per quanto riguarda l'edilizia scolastica: è quanto emerge da un rapporto di Legambiente, che vede la nostra città conquistare la prima piazza. “In questi ultimi anni - è quanto denuncia Legambiente - sul fronte dell'edilizia scolastica si è aperta una nuova fase, che ha visto la nascita di una Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio e l'arrivo di risorse ad hoc. Ma  la strada è ancora in salita: se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono troppo a rilento, soprattutto quelle relative all'adeguamento sismico e all'efficientamento energetico. Su 43.072 scuole in Italia solo il 9,2% degli interventi ha inciso su questi temi negli ultimi dieci anni. In particolare, sono 382 gli interventi di adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423 quelli per l'installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche l'adeguamento alle norme antisismiche e l'efficientamento energetico. Nonostante i finanziamenti, gli edifici scolastici italiani rischiano di a rimanere insicuri e di continuare a spendere ogni anno 1,3 miliardi di Euro per l'energia. Per molti Comuni, infatti, i bandi rimangono inaccessibili e i progetti più urgenti di messa in sicurezza e riqualificazione energetica non partono. E l'emergenza terremoto ci ricorda che non si può più far slittare la messa in sicurezza delle scuole italiane”.

Legambiente con il XVII Rapporto Ecosistema Scuola, l'indagine annuale sulla qualità dell'edilizia scolastica e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado (realizzata su un campione di quasi 6mila scuole dei capoluoghi di provincia) traccia un quadro poco confortante delle scuole italiane, ancora troppo poco sicure e lontane dagli standard di sostenibilità, se calcoliamo che il 65,1% degli edifici dei comuni capoluoghi è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica (1974) e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991). Stando alle ultime stime nazionali, il 30% nelle zone a rischio 1 e 2, il più elevato.

L'indagine è stata presentata oggi a Roma nell'ambito del primo Forum dell'edilizia scolastica organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club. Un forum pensato per far incontrare e confrontare sull'argomento istituzioni locali e nazionali, imprese e progettisti, mondo dell'educazione e associazioni, ma anche per far conoscere quelle buone pratiche già in atto nel Paese che dimostrano che è possibile avere scuole sicure, sostenibili e innovative.

Quest'anno a conquistare il podio della classifica è Piacenza, che spodesta Trento (3°) e primeggia su Parma (2°) grazie a dati di eccellenza legati alla sicurezza, alla riqualificazione degli edifici ma anche alle buone pratiche relative alla mobilità. Piacenza vanta tra l'altro 15 linee di pedibus che coinvolgono 7 scuole cittadine, aree di sosta di fronte le scuole e attraversamenti pedonali. L'87% delle mense scolastiche offrono pasti bio e prodotti di origine controllata come IGP e DOP, la metà degli edifici utilizza energie alternative  e il comune di Piacenza vanta una scuola in classe A. Secondo posto in graduatoria per Parma, che torna dopo due anni di assenza dimostrando il suo impegno investendo mediamente per edificio nella manutenzione ordinaria (€ 157.976) e dotando tutte le scuole di certificazioni di collaudo statico, agibilità, prevenzione incendi e impianti elettrici a norma. A seguire nella classifica le due new entry Prato (4º) e Bergamo (5º), e poi Reggio Emilia (6º), particolarmente attenta ai progetti educativi, Pordenone (8º), che usa i fondi che provengono dai risparmi in bolletta e dai conti energia per riqualificare gli edifici scolastici, Verbania (9º), dove negli ultimi 5 anni sono stati eseguiti lavori di manutenzione straordinaria, si fa la raccolta differenziata di tutti i materiali e nell'80% delle mense scolastiche vengono utilizzati pasti bio e Biella (10º) che migliora la classe energetica degli edifici con due terzi degli immobili in classe B e C. Il sud resta sempre in coda, ad eccezione di Chieti (30º), L'Aquila (38°), Napoli (39º) e Lecce (42º) che si posiziono a metà graduatoria.

Rispetto alle grandi città è sempre il nord a confermarsi in testa alla graduatoria di Ecosistema Scuola con Torino (16º), Firenze (19º) e Milano (32º), mentre quelle del Sud si intravedono a partire dalla 39º posizione con Napoli, Venezia (52º) e Bari (60º) posizionate oltre la linea di mezzo. Stabili rispetto allo scorso anno, nella parte bassa della classifica, Genova (71º), Palermo (78º), Reggio Calabria (84º), chiude la graduatoria Messina (86º).

La situazione delle scuole italiane

La XVII edizione di Ecosistema Scuola quest'anno amplia il campo della ricerca affiancando all'analisi tradizionale del patrimonio edilizio nelle città capoluogo, una valutazione del quadro degli interventi e dei finanziamenti, per provare a valutare l'efficacia degli strumenti di programmazione e di quelli finanziari messi in atto per dare una risposta all'emergenza strutturale delle nostre scuole. Dall'analisi emerge che il 65,1% delle scuole è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991). Il 40% delle scuole si trova in aree a rischio sismico e il 3% in aree a rischio idrogeologico. Sul fronte della sicurezza antisimica, anche se cresce la percentuale media degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica, che passa da circa il 25% dello scorso anno al 31%, rimane troppo bassa la media nazionale di quelli costruiti secondo criteri antisismici, meno del 13%. Ancora forti le differenze tra Nord e Sud, i capoluoghi di provincia del sud dichiarano di avere 3 scuole su 4 in aree a rischio sismico e una necessità di interventi di manutenzioni urgenti che è del 58,4%, quasi venti punti percentuali in più della media nazionale. Il nord, invece, mantiene una discreta capacità di investimenti, ad esempio nella manutenzione straordinaria, con 62.807 euro ad edificio, cifre in media 5 volte maggiori delle altre aree del Paese.

L’analisi evidenzia le difficoltà relative ai programmi di finanziamento degli interventi sul patrimonio edilizio scolastico come, ad esempio, #scuolesicure, che vede andati a buon fine il 60% degli interventi finanziati, mentre il Fondo protezione civile, destinato all'adeguamento antisismico, vede solo un 35% di interventi conclusi. Ma anche per le misure ancora in corso si riscontrano delle difficoltà, come per #mutuibei, #indagini diagnostiche e Fondo Kyoto, i cui bandi sono stati soggetti a proroghe per la difficoltà degli enti proprietari degli edifici a candidarsi con progetti di riqualificazione. A parte i fisiologici tempi di realizzazione degli interventi, c'è una diffusa difficoltà da parte degli Enti Locali nel partecipare ai bandi e nella capacità di progettare e realizzare gli interventi. Complessivamente il 71% degli interventi avviati è stato di tipo non strutturale (19.724 interventi) e questo spiega perché non si vedono ancora grandi miglioramenti nella condizione strutturale della nostre scuole.

Tra i nuovi indicatori inseriti quest'anno, si segnalano i dati sulle indagini diagnostiche, gli interventi ai solai delle scuole, la classe energetica degli edifici scolastici e la presenza di reti cablate, per restituire così un quadro ancor più completo. Su 5.861 edifici, il 39,4% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo il 15,3% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai mentre il 5,3% ha effettuato interventi di messa in sicurezza. Il 39,6% dispone di reti wi-fi, mentre solo l'8,6% di rete completamente cablata - dato nuovo dell'indagine. I certificati di collaudo statico e di idoneità statica, sono posseduti solo da 1 scuola su 2. Mentre certificazioni fondamentali come quello di agibilità, mancano al 40% delle scuole (nelle Isole all'80%) e di prevenzione incendi a circa il 58% (nelle isole al 73%). Le scuole costruite secondo i criteri della bioedilizia non arrivano all'1% rispetto al campione d'indagine. Sulla partita dell'innovazione e della qualità ambientale, gli interventi proseguono ancora troppo a rilento rispetto ai vantaggi che possono apportare sia in termini di risparmi che di qualità della gestione a lungo termine.

Le scuole che utilizzano fonti di energia rinnovabile sono il 16,6% con il sud che, questa volta, presenta risultati migliori rispetto al Nord e di quasi cinque punti percentuali superiori rispetto alla media nazionale. La Puglia è la regione che utilizza più rinnovabili nelle scuole (66,7%), seguita da Veneto (34,2%), Abruzzo (31,4%), Trentino (30,4%) e Emilia Romagna (30%). Maglia nera per il Molise e la Val d'Aosta, dove in nessuna scuola di Aosta e Campobasso si utilizzano le fonti rinnovabili. Dati positivi arrivano dalla raccolta differenziata: nelle scuole si differenziano soprattutto carta (82,8%), plastica (78,5%), vetro (70,5%) e alluminio (60,6%). In aumento anche la raccolta delle pile che passa dal 55% del 2014 al 58,3% del 2015 e del toner che tocca il 62,5%.

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