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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

«Erano presenti e scioperavano ma non hanno compiuto nessuna violenza»

Scontri alla Tnt. Si sono conclusi gli interrogatori di garanzia delle sette persone raggiunte dalle misure cautelari nei giorni scorsi a seguito delle indagini lampo di procura e polizia e che hanno portato ad un totale di 29 persone indagate. Il 16 marzo è stata la volta dei cinque facchini colpiti dal divieto di dimora nella provincia di Piacenza

Si sono conclusi nella giornata del 16 marzo in tribunale gli interrogatori di garanzia davanti al gip Fiammetta Modica delle sette persone raggiunte dalle misure cautelari nei giorni scorsi a seguito delle indagini lampo di procura e polizia e che hanno portato ad un totale di 29 persone indagate e accusate di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravata, violenza privata e occupazione di suolo pubblico.

cobas arresti tribunale 2021-4Due sono agli arresti domiciliari e si tratta di Mohamed Arafat e Carlo Pallavicini (segretario e vice segretario del Si Cobas piacentino) e di cinque persone egiziane colpiti dal divieto di dimora nella provincia di Piacenza, gli altri 22 dovranno rispondere delle stesse accuse e in concorso tra loro ma sono al momento solo denunciate. I fatti contestati dalla procura e dalla polizia risalgono al 1 febbraio quando in via Dei Dossarelli davanti all'hub di Ttn-FedEx si sono verificati scontri (tra cui una fitta sassaiola) nei quali sono rimasti feriti alcuni poliziotti e carabinieri. Per i manifestanti invece (appartenenti al Si Cobas e al collettivo di Controtendenza), che rigettano con forza le accuse, erano state le forze dell'ordine a dare il via all'aggressione nei loro confronti e sostengono di essere stati trattati come criminali quando invece stavano solo facendo gli interessi dei lavoratori.

Sia per i due leader sia per le sette persone che hanno il divieto di dimora, gli avsi cobas 2021 arresti-2vocati Eugenio Losco e Mauro Straini (foro di Milano) hanno chiesto la revoca di tutte le misure e promesso il ricorso dal tribunale del Riesame di Bologna. Nei prossimi giorni la decisione sulla richieste dei legali. E se, per gli avvocati, Pallavicini e Arafat sono stati coinvolti solo perché sono i leader, e quindi diventati una sorta di capro espiatorio, per gli altri cinque (dipendenti di una società che gestisce il facchinaggio alla Tnt) hanno detto: «Sono costretti a stare lontani dalle famiglie (molti hanno anche figli piccoli), non possono andare a lavorare e per questo ci sono ottimi motivi per revocare le misure che hanno. Inoltre abbiamo ribadito che la trattativa sindacale in relazione alla quale sono avvenute le tensioni e di lì le misure è chiusa». Per tutto il tempo degli interrogatori un centinaio di SI Cobas hanno manifestato in via Giordano Bruno, così come già accaduto il giorno prima.

zadra franciosi si cobas 2021 arresti-2Da segnalare la presenza di Francesco Zadra (Si Cobas Milano): «La FedEx sta togliendo la merce dal magazzino Tnt di Piacenza. Sappiamo da questa estate che stanno cercando di cambiare il loro mercato in Italia, per farlo hanno bisogno di andare contro il sindacato. Hanno già dichiarato 600 esuberi tra i loro dipendenti diretti ma non parlano mai degli esuberi che che riguardano i dipendenti dei fornitori perché loro non centrano nulla, dicono. Dall'anno scorso stiamo combattendo questa logica che fa fuori le persone che hanno lavorato lì per anni. Da un giorno all'altro vogliono scavalcare tutti gli accordi fatti e la nostra rappresentanza sindacale. Il 15 marzo hanno svuotato la Tnt piacentina per dare l'impressione che loro possono giostrare come vogliono la situazione. Faremo denuncia ma metteremo in atto anche altre iniziative: questa è una serrata e la serata è illegale. Se vogliono usare la cassa integrazione per coprire la serrata è doppiamente illegale perché utilizzano un istituto che viene pagato dai lavoratori con le loro tasse per un un progetto di ristrutturazione dell'azienda e far pagare allo Stato gli stipendi che dovrebbero pagare loro. Non manca la merce ma sono loro che la stanno spostando. Questo è reato, questa cosa va denunciata». I cinque usciti dal palazzo di giustizia sono stati accolti dai loro compagni come eroi e portati in spalla al grido di "W la classe operaia". Imponente il servizio d'ordine che ha visto la presenza di poliziotti del reparto mobile e dei carabinieri del Battaglione: via del Consiglio è rimasta chiusa al traffico per sicurezza per tutta la mattina.

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