rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Test di italiano pilotati per "comprare" il permesso di soggiorno: esaminatrice piacentina arrestata

C'è anche una piacentina di 49 anni fra le persone arrestate nell'ambito dell'indagine che a Modena ha fatto luce su un sistema di esami di italiano pilotati per gli stranieri, affinché potessero ottenere, previo il superamento del test, il permesso di soggiorno. Si tratta di una donna, residente in provincia di Piacenza, che era un'esaminatrice del centro di formazione linguistico Diffusion Word di Venezia

C'è anche una piacentina di 49 anni fra le persone arrestate nell'ambito dell'indagine che a Modena ha fatto luce su un sistema di esami di italiano pilotati per gli stranieri, affinché potessero ottenere, previo il superamento del test, il permesso di soggiorno. Si tratta di una donna, residente in provincia di Piacenza, che era un'esaminatrice del centro di formazione linguistico Diffusion Word di Venezia, accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia. Secondo la procura modenese, che ha coordinato le indagini della polizia, gli stranieri, pagando fra i 450 e i 700 euro, ottenevano in anticipo le risposte corrette del test in modo da passarlo agevolmente. Gli indagati sono intuito 25 e sarebbero più di 6mila gli immigrati coinvolti. I reati contestati sono corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.

Il centro linguistico convolto nell'inchiesta si occupa dell'esame che permette il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua italiana CELI di livello A2, uno dei requisiti  per il rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo, al pari della residenza italiana da almeno 5 anni e della certificazione di un reddito minimo.

L'indagine - coordinata dal sostituto procuratore Francesca Graziano - è partita proprio dalla Questura di Modena, in particolare dall'Ufficio Immigrazione. Gli agenti addetti alla ricezione delle pratiche per i permessi di soggiorni si sono accorti che diversi immigrati esibivano la certificazione CELI ma non erano in realtà in grado di comprendere e parlare la lingua italiana. Parallelamente, i poliziotti hanno notato che tra gli stranieri che ogni giorno affollano l'Ufficio, circolava un volantino pubblicitario per gli esami di lingua, con riportati alcuni contatti telefonici che sono immediatamente finiti sotto intercettazione da parte della Mobile. Questo ha consentito di risalire alla Agenzia Diffusion Word e si smascherare passo dopo passo il sistema messo in piedi dai responsabili della società, marito e moglie di 41 e 47 anni. L'uomo si trova in carcere, mentre la moglie è stata destinata ai domiciliari.

Gli inquirenti hanno scoperto che gli esami erano in realtà completamente falsati, in modo da garantire la promozione automatica di tutti gli stranieri partecipanti. Nelle tre sessioni d'esame monitorate in provincia di Modena tra luglio e novembre 2018 è emerso che ai candidati venivano fornite direttamente le risposte alle domande, e questi si limitavano a ricopiarle sui fogli d'esame, cosa che valeva anche per la parte orale del test, che gli esaminandi conoscevano in anticipo. Nel corso dell'indagine è emerso poi che alcuni cittadini stranieri hanno sostenuto l'esame presso un phone center di Modena (di proprietà di uno degli arrestati), un luogo ovviamente non idoneo, per poi far figurare la sessione d'esame in un altro comune, dove invece i test si svolgevano solitamente presso le sale congressi degli hotel. Queste facilitazioni avevano ovviamente un prezzo, da cui è derivata l'accusa di corruzione: per poter superare la prova ogni straniero pagava tra i 450 e i 700 euro rigorosamente in contanti, a fronte di un costo di iscrizione standard per il CELI che è di soli 35 euro.

Una volta raccolti elementi sufficienti a comprendere il metodo fraudolento, anche grazie a telecamere nascoste installate nelle sedi d'esame, gli investigatori della Questura hanno contattato l'Ateneo perugino e hanno organizzato a novembre una sostituzione dei fascicoli d'esame il giorno stesso della prova: il risultato è stata la bocciatura di tutti i candidati. La stessa operazione è stata condotta in altre sedi d'esame e in più sessioni, comportando la promozione di appena 34 esaminandi sui 700 che si erano presentati. Le prove monitorate dalla Squadra Mobile si sono svolte in larga parte del territorio nazionale: Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana e Lazio.

Mettendo a sistema i dati raccolti dall'Università degli Stranieri di Perugia - estranea ai fatti e ormai slegata da Dffusion Word dal dicembre dello scorso anno - la Polizia ha stimato il coinvolgimento negli ultimi due anni di circa 6.000 stranieri, ora in possesso di un titolo falso. A questa cifra fa da contraltare il guadagno illecito della società veneta, che ammonterebbe a circa 2 milioni di euro. I coniugi veneti, titolari di diverse cooperative e strutture alberghiere nel nordest, reimpiegavano questo denaro in uno stile di vita lussuoso. Il 41enne era per altro già stato indagato per fatti analoghi nel 2017 dalla Procura di Padova. Come detto, ai domiciliari sono finiti anche due stranieri residenti a Modena e Carpi, un marocchino di 59 anni e un tunisino di 45, che erano i "reclutatori" locali, al pari di una 49enne residente nel piacentino che svolgeva il ruolo di esaminatrice come dipendente (in nero) di Diffusion Word Srl.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Test di italiano pilotati per "comprare" il permesso di soggiorno: esaminatrice piacentina arrestata

IlPiacenza è in caricamento