rotate-mobile
Cronaca

Falde acquifere all'asciutto. E la diga di Mignano non irriga più

Assenza di precipitazioni e temperature decisamente sopra la media stagionale stanno provocando una situazione di vera e propria severità idrica in tutta la Regione Emilia Romagna

L'Italia ha sete e l'Emilia Romagna purtroppo si trova in cima a questa speciale classifica e se il clima di questi ultimi sei mesi non lascerà immediatamente spazio a significative precipitazioni che il servizio meteo-clima purtroppo non prevede (se non a carattere temporalesco violento e oltremodo distruttivo come nel caso di ieri sera sull’Emilia Occidentale) nelle prossime due settimane quella che oggi è già una situazione di emergenza supportata da dati inequivocabili potrebbe trasformarsi, in poche settimane, in una emergenza catastrofica, scatenando conflitti per l'acqua tra i territori e danni colossali per l'intero agroalimentare regionale.

L'ANBI Emilia Romagna, forte degli ultimi rilievi registrati direttamente nelle locali falde acquifere superficiali dai suoi esperti (operanti nei Consorzi di Bonifica), aggiunge una ulteriore prova che l'iniziativa del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini di chiedere lo Stato di Emergenza per tutta la regione non è stato allarmismo preventivo bensì un dato di fatto già conclamato. I dati rilevati in campo negli ultimi giorni ci dicono chiaramente che a livello regionale le falde sono completamente scariche e che i livelli raggiunti sono, in quasi tutti i territori della Regione, al di sotto di quelli registrati durante l'inverno.

A questo punto la situazione inizia ad essere davvero preoccupante: quantità di acqua nelle falde praticamente nulla, riserve negli invasi quasi azzerate e a differenza delle annate maggiormente siccitose 2011-2012 si aggiunge che tale stato di crisi è arrivata a giugno quando l'agricoltura ha bisogno di massimo apporto di acqua che si protrarrà fino a tutto il mese di agosto. I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a quasi tutti l'agricoltura regionale lanciano l'allarme richiamando tutti iportatori d'interesse a "fare sistema" mettendo al centro delle loro scelte questa priorità, in caso contrario i prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare dell'Emilia Romagna quest'anno potrebbero venire colpiti duramente, provocando perdite enormi. Sotto il profilo della gestione dell’emergenza idrica i Consorzi di bonifica emiliano romagnoli, che approvvigionano di acqua un territorio a sud del Po e quindi chiaramente penalizzato se comparato alle pianure delle regioni più a monte, hanno maturato in questi anni una lunga esperienza elaborando sistemi di monitoraggio, maturato riconosciute competenze sull'utilizzo virtuoso della risorsa, praticato il risparmio idrico tramite la messa in punto di sistemi intelligenti comeIRRINET-IRRIFRAME. Certo è che una situazione grave come quella che si è venuta a creare in questo inizio estate 2017 non offre spunti di particolare ottimismo e a questo si aggiunge il timore che le piogge , se arriveranno,  siano più distruttive che rigeneranti per l'agricoltura. Il presidente dell'ANBI ER Massimiliano Pederzoli non ha dubbi "Le falde scariche come mai prima dimostrano che la situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare, oltre a danni colossali, anche situazioni di tensione tra i territori se non si metteranno a punto da subito, precise e condivise norme di comportamento in situazioni di tale gravità" .

Anche i grandi invasi presenti nella parte occidentale della regione, per la precisione le dighe piacentine di Molato e Mignano, sono ai minimi storici di capacità d’invaso. In questo momento solo il Canale Emiliano Romagnolo (CER) conserva disponibilità di acqua ed è in grado di essere anticiclico, finchè gli sarà possibile il prelievo dal fiume Po che nelle ultime ore ha anch’esso registrato comunque un calo rilevante di quasi mezzo metro. Non và infine dimenticato che l'acqua del CER oltre ad essere fondamentale per l'agricoltura di 5 Province approvvigiona anche tre potabilizzatori in Romagna: quello di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone. In cifre una fornitura che supera i 1300 litri al secondo (110.000 metri cubi di acqua al giorno) per soddisfare le esigenze di consumo di oltre 500 mila abitanti.

AGGIORNAMENTO DIGA DI MIGNANO ALLE 20 DEL 14 GIUGNO

Come conseguenza della crisi idrica più volte e da tempo denunciata dal Consorzio, nella giornata di domani giovedì 15 Giugno, a riprova dell’eccezionalità della situazione meteorologica degli ultimi mesi, la diga di Mignano dovrà terminare la sua funzione irrigua a favore dei circa 13.000 ettari del comprensorio della val d’Arda e manterrà al suo interno il solo volume destinato a riserva acquedottistica della vallata. La fine della stagione irrigua è solitamente collocata alla fine del mese di agosto. La diga, nonostante nell’autunno scorso non sia stata svasata (come buona prassi consiglia) per mancanza delle idonee condizioni idrometeorologiche, non si è riempita durante l’inverno e la primavera per la pressoché totale mancanza di neve e di pioggia. Nel primissimo pomeriggio di domani pertanto si opererà la progressiva chiusura delle valvole di fondo della diga e nel corso della serata l’acqua non riuscirà più ad alimentare con continuità la Traversa di Castell’Arquato dalla quale si dipartono i canali di distribuzione del Consorzio di Bonifica. Il comprensorio resterà allora senza la sua fonte di approvvigionamento principale e resteranno a disposizione dei consorziati i sei pozzi consortili (ed altri pozzi che alcuni agricoltori stanno mettendo a disposizione del Consorzio); eventuali modeste portate residue alla Traversa verranno comunque immesse nei canali tubati per non disperdere tale ultima risorsa. Nelle prossime settimane, a meno di significative precipitazioni, potranno essere serviti dal Consorzio solo i pochi agricoltori serviti dai pozzi e purtroppo la stragrande maggioranza dei consorziati non avrà la possibilità di irrigare le proprie colture.

Collaborazione di emergenza a causa della crisi idrica-irrigua tra Consorzio di Bonifica ed IREN

Collaborazione di emergenza - a causa della perdurante crisi idrica nonostante il violento nubifragio di ieri - tra Consorzio di Bonifica di Piacenza ed Iren per portare in tempi rapidi sollievo ad alcune comunità del comprensorio del Comune di Bobbio,  che in questo momento soffrono una grave scarsità di approvvigionamento di acqua anche per utilizzo potabile. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza nelle aree montane può infatti contare su un buon numero di acquedotti rurali che pescano la risorsa direttamente dalle falde dei pozzi montani in cui l’acqua mantiene ottime caratteristiche di salubrità batteriologica. Così per le frazioni vicine a Mezzano Scotti e marginalmente per la zona di Travo si è provveduto in tempi rapidi ad avviare questa rilevante azione condivisa per il sollievo dei residenti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Falde acquifere all'asciutto. E la diga di Mignano non irriga più

IlPiacenza è in caricamento