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Indagine dei carabinieri

Finti vaccini, chiesta l'archiviazione per quattro infermieri Ausl ritenuti estranei alla vicenda

Chiesta dal sostituto procuratore Daniela Di Girolamo al termine di ulteriori accertamenti. I quattro ritenuti in buona fede, si facevano da parte nei box e si limitavano a firmare il foglio di avvenuta vaccinazione che però era fasulla

A seguito delle indagini e altri accertamenti è emersa la loro estraneità e per questo la procura di Piacenza ha chiesto l'archiviazione delle accuse per quattro infermieri Ausl indagati per falso e finiti nel mirino dei carabinieri del Nucleo Investigativo nell'indagine che a febbraio ha portato alla luce un giro di finte vaccinazioni contro il Covid per ottenere Green Pass fasulli. A chiedere l'archiviazione il pm che ha coordinato i militari, Daniela Di Girolamo. Da quanto si legge nell'ordinanza firmata dal gip Sonia Caravelli, l'infermiera Asl Vita Bagnulo, previo il pagamento di 250 euro al posto del vaccino vero o iniettava soluzione fisiologica o addirittura gettava la dose nel cestino. Tutto accadeva nell'hub vaccinale dell'Arsenale dove - secondo l'accusa - la donna si presentava come volontaria e con un gruppo di no-vax che aveva convinto a vaccinarsi ma solo da lei perché timorosi. «Davanti agli incauti colleghi infermieri (ritenuti prima parte dell'ingranaggio e ad oggi ignari, nda) – scriveva il giudice – Bagnulo fingeva di vaccinare e si metteva di spalle in modo da coprire sistematicamente con il corpo le sue manovre», poi i quattro, fidandosi, firmavano l'atto di avvenuta vaccinazione, di lì l'accusa di falso. La donna, ora ai domiciliari, è accusata di corruzione e falso ideologico, i suoi corruttori sono 23, ossia persone che l'avrebbero pagata per avere le sue prestazioni e falsi Green Pass. Secondo la procura l'infermiera è stata aiutata da un 30enne, un complice, che le procacciava clienti paganti e no-vax. I quattro infermieri quindi, che nell'ordinanza compaiono in 15 episodi, non sarebbero stati consapevoli né quindi tantomeno complici della collega che diceva loro di essere autorizzata a somministrarli. I quattro, ritenuti in buona fede, si facevano da parte nei box e si limitavano a firmare il foglio di avvenuta vaccinazione che però era fasulla. 

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