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Giovedì, 18 Aprile 2024
Falsi Green Pass: acqua al posto dei vaccini

Infermiera arrestata, nei guai altri quattro colleghi. Nelle intercettazioni: «La sanità fa schifo»

Clamorosa indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo. Emergono ulteriori dettagli. Indagati per falso altri quattro infermieri, i corruttori no-vax invece sono 20. Il gip Caravelli: «Insensibile rispetto alla gravità delle proprie azioni nel contesto dell'emergenza pandemica in atto»

Soluzione fisiologica al posto del vaccino, falsi tamponi e Green Pass. A dare l’abbrivio alla clamorosa indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo guidati dal maggiore Lorenzo Provenzano e coordianati dal sostituto procuratore Daniela Di Girolamo, la confidenza che una donna in cura al Sert ha fatto a due educatrici a metà dicembre 2021. Il suo compagno, un albanese no vax, era stato avvicinato dall’infermiera Ausl che ora si trova alle Novate con svariate accuse (falso in atto pubblico, corruzione), che gli aveva proposto una finta dose di vaccino previo pagamento di 250 euro. Caso però ho voluto che l’uomo pochi giorni dopo si ammalasse di Covid per essere trasportato in poche ore d’urgenza in ospedale in condizioni molto gravi. La confessione della donna ha poi trovato ampi riscontri man mano che le indagini sono andate avanti e che hanno permesso di scoprire come la donna, Vita Bagnulo – spiegano gli inquirenti – avesse escogitato vari metodi per far ottenere la certificazione verde senza fare nessun vaccino dietro il pagamento di 250 euro o 500 euro. «Non era una no-vax guidata da una ideologia bensì faceva quello che faceva per soldi», ha spiegato il procuratore Grazia Pradella che nella mattina del 2 febbraio con il sostituto procuratore Daniela Di Girolamano, ha incontrato la stampa con il colonnello Paolo Abrate e il maggiore Lorenzo Provenzano. 

Ad aiutare la dipendente Asl anche un 30enne che le avrebbe procacciato “clienti” no vax che però volevano il Green Pass, si trova ai domiciliari. Quelli scoperti dai militari sono tutti indagati per corruzione, nell’elenco figurano anche altri quattro infermieri che più o meno consci  firmavano l’avvenuta vaccinazione come se l’avessero fatta loro al posto dell’indagata e che sono pertanto accusati di falso. In tutto gli indagati sono 28 (cinque infermieri e 23 "clienti"). Le ordinanze sono state eseguita all'alba del 2 febbraio. 

carabinieri indagine green pass 2022-2Su di loro nell’ordinanza si legge: «Dovranno inoltre essere approfonditi i ruoli degli infermieri vaccinatori che hanno lasciato la donna agire indisturbata e le modalità da questa adottate per ottenere un tale risultato». L’Ausl a sua volta aveva presentato immediatamente un esposto in procura denunciando una situazione quantomeno anomala. «Davanti agli incauti colleghi – scrive il giudice – Bagnulo fingeva di vaccinare e si metteva di spalle in modo da coprire sistematicamente con il corpo le sue manovre». La donna (che era vaccinata però), difesa dall’avvocato Nicola Delli Antoni («Stiamo ancora acquisendo gli atti»), si accordava, si legge nell’ordinanza a firma del gip Sonia Caravelli, al telefono con i propri clienti, li riuniva all’hub dell’Arsenale ed entrava spiegando ai colleghi che erano persone no-vax che lei aveva convinto. Li faceva passare per timorosi che volevano che l’iniezione gliela facesse solo lei. E così accadeva: in alcuni casi pare che il vaccino vero lo buttasse per iniettare fisiologica, in altri a queste persone non veniva inoculato nulla.  Quando l’accesso all’hub cominciava a farsi difficile, le modalità infatti avevano destato sospetti e le era stato vietato di vaccinare, proponeva ai suoi clienti «o di farsi fintamente vaccinare da un infermiere (indagato) o di andare nella farmacia dove lavorava. Lì li avrebbe dapprima fatti risultare positivi con un tampone finto, poi passati dieci giorni, negativi ad un secondo. In tal modo sarebbero risultati guariti ed avrebbero potuto così ottenere il Green Pass». Sulla farmacia sono in corso ancora accertamenti e indagini.

A conforto di tutto ci sono intercettazioni telefoniche, ambientali e materiale prodotto dal captatore informaticoDa sinistra il maggiore Lorenzo Provenzano, il sostituto procuratore Daniela Di Girolamo, il procuratore Grazia Pradella e il colonnello Paolo Abrate-2 nel cellulare della donna, ma anche da pedinamenti e lunghi appostamenti. I clienti corruttori sono sia italiani sia algerini e albanesi e i loro finti certificati verdi sono stati ovviamente invalidati e sequestrati. Uno di questi era finito in terapia intensiva, fu anche intervistato da La7 e  aveva detto di essere un no vax pentito, peccato che però avesse usufruito dei servizi offerti dalla Bagnulo che gli aveva procurato un finto Green Pass. Nelle intercettazione emerge come Bagnulo spiegasse ai corruttori quali sintomi manifestare al proprio medico di base: «Lunedì quando lo chiamate (il medico) gli dite che da quattro o cinque giorni avevate mal di testa, raffreddore e balle varie». E ancora in un’altra conversazione con un altro “cliente”: «Poi adesso hai sentito che stanno facendo un sacco di controlli anche in Italia, in altri posti (…) State tranquilli, e io tutto quello che devo fare lo faccio, piuttosto vado in un fosso ma la parola la mantengo sempre, sono una persona di parola io (…). (…) Non sono una persona che prende in giro gli altri, ma perché so cosa vuol dire quando si ha bisogno e nessuno ti aiuta. Facciamo schifo come, nel senso che mi metto in mezzo, metto in mezzo tutti, perché io ti giuro veramente la sanità per primo fa schifo e io mi vergogno di lavorare veramente per questa, per lo Stato per tutti». Le intercettazioni, spiega il gip, riguardanti modalità e prezzi dell’accordo criminoso sono eloquenti nonostante il tentativo di dissimulazione attraverso un goffo linguaggio criptato: viene usata la parola “aperitivi”  per dire vaccini. 

«Si condivide appieno - scrive il gip nelle conclusioni - l'osservazione del pm in ordine al fatto che la reiterazione criminosa è poi, più che un mero pericolo, un'assoluta certezza, con tutto quello che ne consegue per la salute e la sicurezza pubblica. Bagnulo, del tutto indifferente agli obblighi legati alla sua delicata funzione, ha continuato indefessa nella sua attività crimininosa, non mostrando alcuna riluttanza neanche a fronte deli veti all'improvviso imposti dai suoi superiori (...) escogitando piuttosto nuovi e diversi metodi per aggirare gli ostacoli frapposti all'ottenimento del denaro dei suoi corruttori». Per la donna si parla di spregiudicatezza e di «soggetto particolarmente pericoloso, insensibile rispetto alla gravità delle proprie azioni nel contesto dell'emergenza pandemica in atto».

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