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Operazione dei carabinieri

«Ho convinto un amico no-vax a vaccinarsi». Soluzione fisiologica al posto del vaccino per 250 euro

I primi dettagli della clamorosa indagine dei carabinieri che ha portato all'arresto di un'infermiera dell'Asl di Piacenza che aveva accesso agli hub vaccinali

L'infermiera dell'Asl di Piacenza arrestata all'alba del 2 febbraio dai carabinieri, e ora in carcere alle Novate, si sarebbe fatta consegnare 250 euro per simulare l’inoculazione del vaccino Covid presso un centro vaccinale piacentino, e 500 euro per certificare, presso una farmacia cittadina dove lavorava in nero, la positività al Covid-19 senza eseguire alcun test, in modo da far ottenere, trascorsi 10 giorni, il green pass da avvenuta guarigione. E' questo il fulcro della clamorosa indagine condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza, coordinati dal procuratore Grazia Pradella e dal sostituto Daniela Di Girolamo.
La professionista, una 50enne che aveva già lavorato nelle vaccinazioni Covid, grazie proprio a questo riusciva ad accedere agli hub vaccinali piacentini, portando con sé il suo "cliente", spiegando che si trattava di un suo amico no-vax che lei era riuscita a convincere a vaccinarsi, e che siccome lui aveva paura dell'iniezione, per tranquillizzarlo avrebbe pensato lei a somministrare il vaccino. A questo punto però iniettava della soluzione fisiologica e gettava il vaccino. I carabinieri hanno sequestrato i Green Pass falsi, al termine di un'indagine che è durata un mese mezzo. I pass sono stati anche annullati e resi privi di validità. Sono in corso anche accertamenti sulla farmacia coinvolta, ma soprattutto anche su altri due sanitari piacentini che potrebbero essere stati complici della donna.

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