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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Fanno sparire i soldi presi in prestito dalle banche, arrestati quattro imprenditori

Il sistema di per sè era semplice: farsi prestare i soldi dalle banche grazie a qualche fideiussione fittizia. Portare tutto il denaro su conti all'estero intestati a società inesistenti. Infine prelevare quel denaro e goderselo. D'altronde, chi penserebbe mai che una società con conti correnti in Slovenia possa finire nel mirino della giustizia e dei controlli? Invece, per fortuna, così non è stato

Il sistema di per sè era semplice: farsi prestare i soldi dalle banche grazie a qualche fideiussione fittizia. Portare tutto il denaro su conti all'estero intestati a società inesistenti. Infine prelevare quel denaro e goderselo. D'altronde, chi penserebbe mai che una società con conti correnti in Slovenia possa finire nel mirino della giustizia e dei controlli? Invece, per fortuna, così non è stato. Anzi, in questo caso le autorità slovene per prime hanno informato la guarda di finanza italiana che quei conti e quelle società senza una struttura operativa, ma con tanto denaro, erano un po' strane. 

Dopo mesi di indagini il gip del tribunale di Piacenza ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare per il gruppetto di imprenditori che, secondo le accuse, si sarebbe intascato il denaro. Si tratta di una donna di 41 anni, pavese di origine ma titolare di una ditta di trasporti piacentina, due bergamaschi di 44 e 67 anni, e un fiorentino di 58 anni. La donna attualmente è agli arresti domiciliari, uno dei due bergamaschi (uno degli amministratori delle società) è in carcere, mente gli altri due sono latitanti. "Probabilmente uno è in Brasile e l'altro chi lo sa" afferma il sostituto procuratore di Piacenza Antonio Colonna, che insieme al procuratore Cappelleri ha spiegato i particolari dell'operazione condotta dalla guardia di finanza di Pavia. 

Le fiamme gialle, informate dalle autorità slovene, hanno quindi scoperto in breve che il quartetto, che gestiva tre società in Italia tra cui anche quella piacentina, aveva ottenuto da alcune banche locali circa tre milioni di euro in prestito per attività aziendali, fornendo fideiussioni fittizie come garanzia. Quei soldi però sarebbero poi stati trasferiti in Slovenia sui conti di altre società, aperte appositamente, grazie a pagamenti di fatture per prestazioni inesistenti. Da questi conti all'estero, infine, venivano prelevati i soldi ottenuti in prestito in Italia. 

Ad accelerare notevolmente l'iter investigativo ci ha pensato un importante organismo giudiziaro europeo, l'Eurojust, che ha permesso l'incontro in tempi rapidi tra gli inquirenti italiani e  quelli sloveni, in modo che, confrontandosi direttamente sulle indagini incorso, ci si potessero anche scambiare documenti senza lungaggini burocratiche. Gli arrestati devono rispondere di ricorso abusivo al credito, bancarotta fraudolenta e altri reati tributari.

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