«Ferito con delle lamette perché iscritto al Si Cobas. Ora temo per la mia vita»
«Mi ha ferito un iscritto al sindacato Usb e che lavora con me alla Tnt. E' accaduto il 21 ottobre in via Colombo, poi mi hanno aspettato fuori dal pronto soccorso. Sono giorni che mi cercano: ecco perché. Adesso ho paura per la mia famiglia»
«Ho paura per me e per la mia famiglia. Mi stanno cercando e mi troveranno, e quando avranno finito con me, chi sarà il prossimo?». A dirlo un operaio egiziano del Si Cobas che lavora alla Tnt in strada Dei Dossarelli e che viene chiamato Tito. Nella giornata del 21 ottobre è stato ferito ad un braccio con delle lamette in quello che, ci dice, «è stato un agguato». «Stavo mangiando con alcuni amici in via Colombo - racconta - quando due persone, che conosco, sono passate in bicicletta e mi hanno fatto uscire dal locale. Ho chiesto loro cosa volessero e mi hanno detto Ti ammazziamo. Ti facciamo vedere chi siamo, poi mi hanno colpito con le lamette provocandomi alcuni tagli. Non ho fatto in tempo a vedere cosa avessero in mano, altrimenti non mi sarei avvicinato, e poi sono scappati. Chi c'era ha visto tutto. Uno dei due è iscritto a Usb e lavora con me alla Tnt». In pronto soccorso mi hanno medicato (sette giorni di prognosi) ma al momento di uscire ho saputo che fuori mi aspettavano circa 7-8 persone e ho avuto paura. Ho chiamato i carabinieri ma quando sono arrivati, non c'era più nessuno». «Sono giorni che li vedo passare sotto casa mia (nel Quartiere Roma ndr): mi stanno cercando. Chiedono di me in giro, hanno schiaffeggiato mio cugino e anche un mio amico. Ho due bambini piccoli e una moglie. Voglio solo lavorare, come i miei compagni, ma a loro dà fastidio e ho raccontato tutto ai carabinieri».
Sono giorni, se non settimane che alla Tnt di Piacenza non c'è pace, decine gli interventi delle forze dell'ordine per tensioni tra i due sindacati. Da diversi giorni l'azienda ha quasi dimezzato il lavoro dirottando i tir in altri hub nel Nord Italia «perché - racconta - gli iscritti a Usb improvvisamente spengono le macchine con le quali si movimenta la merce e bloccano il lavoro creando scompiglio e confusione. Per riavviare il ciclo occorre tempo, il lavoro si accumula e l'azienda subisce danni». All'interno lavorano circa 400 operai, quasi tutti iscritti al Si Cobas, mentre una trentina sarebbero quelli appartenenti a Usb (brevissima la parentesi all'interno dell'hub del Sol Cobas). «Quando schiacciano i tasti che regolano spegnimenti e accensioni nascono discussioni, la tensione si alza e si discute animatamente, volano schiaffi e spintoni. Noi vogliamo solo lavorare mentre per loro si tratta di una strategia per cercare di farsi largo e acquistare potere: simulando problemi anche di tipo contrattuale oppure protestando per il licenziamento di un operaio (lasciato a casa legittimamente) cercano di indurre le persone in errore, creando problematiche che non esistono», continua. «Alla Tnt va tutto bene e anche con la cooperativa Alba non ci sono problemi. Usb vuole crescere e lo vuole fare però a discapito del lavoro degli altri. Io ho dato fastidio perché non riesco a stare zitto e mi hanno preso di mira. Tra sette giorni dovrò tornare a lavorare accanto a chi mi ha ferito, e se questa volta non si limitasse a una lametta?». Conclude.