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Cronaca Ferriere

Ferriere, tutti d’accordo: «Bisogna riaprire la caserma dei carabinieri»

Maggioranza e minoranza del paese dell’Alta Valnure sono concordi, dopo i furti e lo scorribande degli ultimi giorni: è necessario che si metta mano alla ristrutturazione dell’edificio (inagibile da diversi anni) per avere un presidio fisso dell'Arma

Negli ultimi giorni il gruppo WhatsApp “Occhi aperti Ferriere” ha seguito passo a passo l’evoluzione delle scorribande di un gruppo di malintenzionati che, a bordo di una Golf Grigia, hanno cercato di mettere a segno alcuni furti nel territorio del comune di Farini, in Alta Valdarda e hanno poi finito la propria corsa in Valceno. A Bardi, nel territorio parmense, i ladri sono stati speronati da una jeep di residenti. Costretti ad abbandonare l’auto, sono scappati per campi e boschi.

Le ultime ore di angoscia dell’Appennino piacentino e parmense hanno interrogato diversi cittadini. A Ferriere ad esempio si chiede da Giovanni Malchiodi 3-2-2tempo di intervenire per favorire il ritorno del presidio dei carabinieri. La “storica” caserma di via Marconi – la cui proprietà è in capo alla Provincia di Piacenza – è inagibile da anni. Il territorio da presidiare è vasto e una presenza fissa funzionerebbe da deterrente soprattutto per le bande di ladri che cercano di colpire le abitazioni delle piccole frazioni di Farini e Ferriere. «La ristrutturazione della caserma – spiega il sindaco di Ferriere Giovanni Malchiodi - è l’obiettivo più importante del mio mandato. I carabinieri conoscono le nostre esigenze, ma hanno anche le loro. Daremmo volentieri il nostro edificio di Cà Nova o altri spazi a nostra disposizione, ma per il loro operato necessitano di una serie di criteri che al momento non riusciamo a soddisfare. Perciò per il loro ritorno è per forza necessaria la ristrutturazione della caserma storica». Malchiodi ha chiesto alla Provincia di intervenire. «Lo abbiamo fatto presente anche alla nuova Amministrazione provinciale, guidata da ottobre dal presidente Patrizia Barbieri. Speriamo che trovino le risorse per sistemare la caserma. Quando l’edificio sarà pronto, ho la garanzia che i carabinieri torneranno. Anche perché i carabinieri non sono mai andati via da Ferriere definitivamente, ma sono soltanto ospitati provvisoriamente a Farini, proprio a causa della mancanza della caserma. Anche il comandante dei carabinieri, il colonnello Michele Piras, è al corrente. Anzi, uno dei comuni che ha visitato per primo al momento del suo insediamento, lo scorso settembre, è proprio Ferriere». 

Molto attivo sulla questione anche il capogruppo di minoranza Giampaolo Mainardi, che lancia una mobilitazione popolare per evidenziare l’importanza dell’opera per la comunità ferrierese. «C’è l’idea di raccogliere le firme – spiega Mainardi - per riavere la nostra caserma. È Minoranza Ferriere Mainardi-2sempre più pressante l’esigenza di avere i carabinieri in zona, a fronte di quanto è accaduto negli ultimi tempi, con episodi di furti e tentati furti in Alta Valnure. È necessaria una presenza costante e assidua dell’Arma in montagna, la gente ha paura». Mainardi chiede di provvedere a trovare una sistemazione provvisoria dei carabinieri, in attesa di una riqualificazione e ristrutturazione della caserma dei carabinieri di via Marconi, inagibile da anni. «C’è ad esempio la possibilità di sfruttare la sede della protezione civile di Cà Nova, struttura per altro non utilizzata». Su questo fronte, come riportato dal sindaco Malchiodi, pare ci sia il fermo “no” dell’Arma. «Il Comune – incalza Mainardi - dovrebbe chiedere in comodato d’uso la vecchia caserma, ristrutturata, per un periodo di 30 o 50 anni, alla Provincia di Piacenza, che potrebbe già pensare a predisporre un progetto di riqualificazione». Il consigliere comunale invoca l’aiuto di tutte le istituzioni: le risorse per la ristrutturazione potrebbero vedere protagonisti tutti. «Regione, Provincia, Fondazione di Piacenza e Vigevano, e anche il Comune di Ferriere». «Si sono spese tante risorse – conclude - negli ultimi anni nel nostro comune per strutture che non servivano, perciò questa volta l’ente potrebbe anche accendere un mutuo per una struttura veramente indispensabile per il territorio». 

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