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Cronaca Centro Storico / Via Beverora

Dal lavoro al Pnrr passando attraverso la transizione ecologica e i giovani: le grandi sfide dell'Arma

Cerimonia del 208esimo anniversario della fondazione al comando provinciale dopo due anni di Covid e restrizioni. Il comandante provinciale Paolo Abrate: «Noi carabinieri siamo molto fortunati, la nostra missione ci dà tante, ottime, ragioni per vivere tutti i giorni, aiutando con orgoglio i nostri cittadini e il nostro Paese»

Sono svariati e molto importanti i temi che il colonnello Paolo Abrate ha trattato nel discorso per la cerimonia del 208esimo anniversario dell’Arma. Lavoro, l’innovazione digitale, la transizione ecologica e gli investimenti economici infatti sono le sfide che anche i carabinieri sono chiamati ad affrontare.  Dopo due anni di Covid la festa dell’Arma torna pubblica. Nel piazzale della caserma Paride Biselli  in viale Beverora, sua sede naturale, sono stati anche premiati, come da tradizione, i carabinieri che si sono distinti in servizio (LEGGI QUI) e sono stati letti i messaggi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del comandante generale, il generale di Corpo d'Armata Teo Luzi. «Sebbene  - ha proseguito - il Paese stia vivendo momenti difficili, la storia ci insegna che le crisi sono anche il momento delle scelte decisive, per cogliere nuove opportunità.  Per questo, l’Arma guarda oggi al rilancio del Paese, attenta ad affrontare gli aspetti di sicurezza nei settori trainanti della ripresa: il lavoro, l’innovazione digitale, la transizione ecologica e gli investimenti economici».

Festa dell'Arma 2022 ©Leonardo Trespidi/ilPiacenza

«Il lavoro può crescere solo nella dignità delle occupazioni e l’articolo 4 della Costituzione ci ricorda che ogni cittadino deve concorrere con la propria attività “al progresso materiale o spirituale della società”. Non è privo di significato che il più antico dei Reparti speciali dell’Arma sia proprio il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, costituito nel 1926 e che ha una sede anche a Piacenza.  Gli infortuni e le morti sul lavoro feriscono la nostra coscienza e sono un monito a salvaguardare la sicurezza: diritto fondamentale in ogni società che voglia dirsi autenticamente “civile”. «Altro aspetto riguarda l’innovazione digitale.  Essa, da un lato, ha favorito ogni attività, consentendo di superare le difficoltà del distanziamento sociale, ma, dall’altro lato, ha anche generato nuove insidie. Infatti, c’è una sicurezza che può essere migliorata attraverso la tecnologia e una sicurezza da preservare nonostante la tecnologia.  Per questo, l’impegno dell’Arma è sempre più rivolto allo spazio virtuale, per imprimere efficienza a tutti i servizi a vantaggio dei cittadini, ma anche per contrastare l’uso ostile della rete da parte della criminalità, enormemente cresciuto durante la pandemia.  La tecnologia sta anche avendo profondi effetti sulla condizione giovanile».

«La superficialità delle relazioni interpersonali e la ricerca compulsiva di gratificazioni istantanee sul web  - ha spiegato - alimentano un’onda lunga di disagi, che possono trasformare la naturale esuberanza dell’età in aggressività gratuita, fonte anche del cyberbullismo.  Su questo ambito, l’Arma ha aperto una riflessione, lavorando per anticipare situazioni di possibile rischio, attraverso il pattugliamento della rete internet, con l’obiettivo di disinnescare sul nascere derive pericolose per la stessa incolumità dei ragazzi. L’ascolto dovuto a tutti i cittadini, è ancor più importante verso i giovani. Per questo, i carabinieri collaborano con i presidi e gli insegnanti della provincia di Piacenza, per diffondere i principi di una buona cittadinanza nelle scuole. Nell’anno scolastico appena terminato, abbiamo avuto incontri con oltre 3mila studenti».

«La sicurezza si iscrive anche nel perimetro, non più eludibile, della transizione ecologica.  I Carabinieri forestali si prendono cura della nostra meravigliosa provincia, ricca di inestimabili bellezze naturali, esprimendo la “prossimità ambientale” dell’Arma. Un impegno intenso, riconosciuto dal Presidente della Repubblica con la concessione, oggi a Roma, della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera dell’Arma». «Ulteriore aspetto di sicurezza per la nostra società sono gli investimenti economici.  Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  - ha proseguito - è un’opportunità per l’Italia e l’Arma, in piena unità d’intenti con la Prefettura, la Magistratura e le altre Forze di polizia, rivolgerà la massima attenzione, di prevenzione e investigativa, per proteggere dalla potenziale aggressività degli interessi criminali le ingenti risorse stanziate».

Inevitabile il pensiero al Covid: «In merito alla pandemia, mi preme sottolineare che, durante i 2 anni di emergenza sanitaria, nessuna delle Stazioni Carabinieri di Piacenza ha cessato le proprie attività.  Una scelta istituzionale corale, condivisa dai Carabinieri di ogni grado, tutti consapevoli della necessità di raggiungere ovunque ogni cittadino, perché nessuno si sentisse abbandonato. Nell’emergenza, abbiamo proseguito i nostri servizi di prevenzione e di contrasto al crimine.  Inoltre, abbiamo concorso al controllo delle misure anti-Covid.  Ma abbiamo fatto anche tutto il possibile per corrispondere alle più immediate esigenze dei cittadini. Abbiamo fatto la spesa per quelli in quarantena e soli. Abbiamo distribuito tablet alle famiglie, affinché i ragazzi potessero seguire le lezioni a distanza. Abbiamo assistito gli anziani nel ritiro delle pensioni e nelle prenotazioni on-line delle vaccinazioni, raggiungendoli a casa nelle zone più isolate della nostra provincia.  Come ho già avuto modo di dire, abbiamo imparato anche a sorridere dietro la mascherina». «È stato – ha detto - il nostro modo di prenderci cura della provincia di Piacenza in difficoltà, insieme con tutte le altre istituzioni. E questo, è stato un impegno non privo di rischi.  Ad oggi, sono 144 i Carabinieri di Piacenza contagiati dal Covid, di cui 7 sono stati ricoverati in gravi condizioni. Alcuni, purtroppo, hanno riportato ripercussioni permanenti per la salute.  A loro va il nostro riconoscente pensiero e la nostra vicinanza, che accomuno al ricordo di tutti i caduti in ambito nazionale».

Abrate conclude con Fëdor  Dostoevskij: «Il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere. Ebbene, devo dire che noi carabinieri siamo molto fortunati, in quanto la nostra missione ci dà tante, ottime, ragioni per vivere tutti i giorni, aiutando con orgoglio i nostri cittadini e il nostro Paese».

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