Finisce ubriaco fuori strada, ma deve ringraziare il cinghiale per la pena lieve
Guida in stato di ebbrezza, un 40enne andò in un fosso per evitare l'animale. Per il Codice se non si provoca l'incidente si ha diritto ai lavori di pubblica utilità al posto di una condanna
Era finito fuori strada a causa di un cinghiale, ma invece di maledire l’animale lo dovrà ringraziare. E’ la disavventura accaduta a un 35enne residente in Valnure condannato pochi giorni fa in Tribunale a 3 mesi di arresto per guida in stato di ebbrezza. La pena, però, è stata trasformata in 3 mesi di lavori di pubblica utilità, un fatto che estingue il reato.
L’incidente stradale era avvenuto vicino a Biana. Il 40enne era finito fuori strada a causa, secondo la sua versione, di un cinghiale che gli aveva attraversato la strada. Per evitare l’animale, l’autista aveva sterzato, finendo con la vettura su una cunetta e terminando la corsa in un fosso a lato della carreggiata. Quando arrivarono i carabinieri, come prassi, l’uomo venne sottoposto all’alcoltest con l’etilometro: il risultato fu una concentrazione di alcol nel sangue superiore a 0,50. Scattò così la denuncia. L’uomo aveva subito sottolineato che a provocare l’incidente non era stato lui.
Un particolare importante, ribadito dai suoi avvocati difensori, Carlo Bordi e Francesco Torre. Infatti, secondo il Codice della strada, se uno è ubriaco, ma non provoca un incidente, ha diritto - ma solo per una volta - alla conversione della pena in lavori di pubblica utilità. Una impostazione evidenziata al giudice Maurizio Boselli e con la quale si è detto d’accordo anche il pubblico ministero Antonio Rubino. Lo stesso pm ha ritenuto verosimile che l’incidente fosse stato causato dall’apparizione improvvisa del cinghiale e ha chiesto al giudice - come hanno poi fatto anche gli avvocati - di togliere l’aggravante dell’incidente per poter accedere ai lavori di pubblica utilità. Lavori che gli sono stati accordati in un Comune della Valnure.
