Focolaio alla casa Protetta di Farini, i sindaci raccolgono alcune segnalazioni
Il sindaco di Farini Poggioli e quello di Ferriere Oppizzi monitorano la situazione: «Abbiamo trasmesso alcune informazioni alle autorità competenti»
Il focolaio che ha coinvolto la Casa Protetta di Farini, portando al contagio di 32 ospiti su 39 e anche di alcuni operatori, ha degli strascichi. Dopo che la casa di riposo non ha registrato casi di positività per molti mesi dall’inizio della pandemia, il focolaio ha sconvolto la struttura che ospita gli anziani dei comuni di Farini e Ferriere. Tre ospiti sono purtroppo deceduti dopo aver contratto il Covid-19.
I sindaci dell’Alta Valnure ora vogliono vederci chiaro e hanno preso l’iniziativa. A spiegarlo è il primo cittadino di Farini Cristian Poggioli, anche a nome di quello di Ferriere, Carlotta Oppizzi e per conto del presidente del Consorzio che ha in gestione la struttura farinese, il dottor Andrea Reggi. «Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni – aggiunge Poggioli - da parte di chi conosce da vicino la realtà della Casa Protetta di Farini, così la decisione è stata quella di trasmettere tutto alle autorità competenti, in modo da vagliare la situazione. Ci sono aspetti che ci sentiamo sentiti di inoltrare».
I sindaci si sono mossi, ma non è dato sapere se per via giudiziaria, o se le segnalazioni raccolte interessano invece soltanto le autorità sanitarie. Per il momento Poggioli e Oppizzi non voglio chiarire ulteriormente i contorni della vicenda. «Ci siamo interessati a quello che succede, contattando le autorità competenti», si limitano a dire.
Nella struttura protetta, dopo il focolaio, l’Ausl aveva inviato alcuni rinforzi. «Ogni due giorni le Usca (le squadre con medico e infermiere) fanno visita a Farini – aveva spiegato il direttore generale Ausl Luca Baldino -, in più stiamo garantendo la presenza h24 di infermieri sul posto, oltre a inserire la presenza di un medico che aveva gestito una situazione analoga nei mesi scorsi».