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Cronaca

Fondazione di Piacenza e Vigevano: presentato il libro di Fava e Rossi

Voci importanti sabato 17 ottobre all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per la presentazione di "Doppio Gioco", il libro bifronte e speculare di Umberto Fava e Maurizio Rossi. Apertura musicale con le note di un duo di tromba e pianoforte con Alessandro Cremonesi e Sara Rossi

Voci importanti sabato 17 ottobre all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano per la presentazione di "Doppio Gioco", il libro bifronte e speculare di Umberto Fava e Maurizio Rossi. Apertura musicale con le note di un duo di tromba e pianoforte (da Haydn) con Alessandro Cremonesi e Sara Rossi (figlia di Maurizio Rossi).

Poi Stefano Pareti che ha introdotto e coordinato l’incontro letterario, ha ceduto il microfono a Claudio Vela, professore ordinario di Filologia italiana al dipartimento di Musicologia e beni culturali di Pavia, il quale ha fatto notare come le suggestioni dei racconti richiamino alla mente il Parini con l'ode sull'amicizia e il bicchiere di vino, a controprova che, come in questo caso, la letteratura di provincia è meritevole d’essere diffusa a un orizzonte ben più ampio. Di rilievo anche le illustrazioni di Asveri comprese quelle che fanno da cerniera tra le due parti dalle pagine rese briose da aggettivi, mai a caso e sempre perfettamente calibrati, che si susseguono come spumeggianti bollicine di fantasia.

Chiara Azzali, l'imprenditrice vitivinicola della Tenuta Pernice, ha testimoniato l’emozione ricevuta dai racconti anche per l'accostamento del vino alla sensualità femminile, poi Gianfranco Asveri, autore dei dieci disegni in copertina e in pagina oltre al cartoncino segnalibro, ha tratteggiato la figura del suo mitico personaggio Cicon, mentre l’editore Eugenio Gazzola ha accennato alla linea editoriale della sua casa editrice.

I complici del "doppio gioco" hanno unito in un flash-back le trame della loro opera letteraria: Fava la Vigna, il mito del sempre giovane Dioniso, del sempre vecchio Noè e della sua eterna arca per giocare con loro e scherzare col vino che è Veritas e sogno, fantasticare su un altro mito, quello della felicità, e sfidare un mondo che perdona tutto al delinquente, ma niente al sognatore. Rossi popola le sue pagine di spiriti e folletti delle cantine, giovanili idilli diventati poi le vicende di due vecchi e rustici fratelli che, pur sfiniti dal lavoro nelle viti, in un mondo mutato troppo in fretta e nel quale la vecchiaia è una disgrazia per non dire una "futa", non vogliono saperne di finire i loro giorni in un ricovero.

«Virgilio – hanno finito gli autori - per le sue Egloghe e le sue Georgiche mantovane ha avuto bisogno di Mecenate, noi per le nostre mini Georgiche piacentine abbiamo avuto bisogno del nostro mecenate che si chiama Fondazione di Piacenza e Vigevano».

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