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Cronaca

Fondazione di Piacenza e Vigevano, una borsa di studio di 10mila euro per un chirurgo senologo

Nella nostra provincia sono circa trecento ogni anno le donne cui viene diagnosticato un tumore al seno. La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha messo a disposizione dell'associazione Armonia 10mila euro che saranno impiegati per finanziare l'attività del chirurgo Evelina Begnini

Una borsa di studio per sostenere la ricerca scientifica a Piacenza e la lotta al tumore al seno. La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha messo a disposizione dell'associazione Armonia 10mila euro che saranno impiegati per finanziare l'attività del chirurgo Evelina Begnini. La professionista presta già servizio all'interno dell'equipe di Senologia dell'Azienda Usl di Piacenza, sempre grazie a contributi del sodalizio, effettuando visite e sedute operatorie e avendo sviluppato in particolare una competenza sulla ricostruzione con materiali innovativi e biologici. 
«Si tratta per noi di un progetto di grande interesse e di estrema soddisfazione – è il commento del presidente della Fondazione Massimo Toscani – che ci permette di investire in due settori fondamentali: l'istruzione e la ricerca scientifica». 

«Armonia – ha aggiunto il presidente dell'associazione Romina Cattivelli – condivide la scelta di sostenere i giovani e, al contempo, far crescere la Senologia a Piacenza». 
Del sodalizio sono entrate recentemente a far parte anche donne tra i 30 e i 40 anni, che «hanno toccato con mano l'importanza di avere nel nostro ospedale competenze specificamente dedicate. Per questo Armonia prosegue nella sua opera di sensibilizzazione e di sostegno concreto alle esigenze delle piacentine: in tre anno, grazie alla Fondazione e ad altri partner, abbiamo contribuito con 60mila euro di finanziamenti». 
«Il contributo della dottoressa Begnini – è poi intervenuto il responsabile di Senologia Giorgio Macellari – è prezioso, anche perché stiamo partecipando a uno studio sperimentale multicentrico europeo, denominato Sound, di cui è capofila l'Istituto europeo oncologico (Ieo) di Milano».

La ricerca, che coinvolge una quindicina di centri italiani compreso il nostro, riguarda il linfonodo sentinella e mira a evitare le biopsie, nell'ottica di rendere meno invasiva possibile la chirurgia senologica. 
La dottoressa Begnini lavora nell'equipe ormai da tre anni e la sua esperienza ricalca quella di un'altra giovane specialista, Francesca Cattadori, che in passato aveva beneficiato di una borsa di studio finanziata da Armonia e che oggi è parte integrante della squadra di chirurghi. 
Tra le attività nelle quali la professionista si sta distinguendo, merita di essere citata l’esperienza specifica della ricostruzione con materiali innovativi e biologici.

«Nel 25/30 per cento dei casi – ha spiegato il chirurgo senologo – le donne devono ricorrere a una mastectomia, ovvero a un'asportazione chirurgica della mammella». Queste pazienti possono beneficiare di una ricostruzione: «Da un paio d'anni possiamo evitare, nei casi previsti, di effettuare due interventi, e procedere invece con una sola seduta operatoria, in cui vengono inserite strutture tridimensionali di derivazione animale che sostengono la protesi». 
L'esperienza dell'equipe piacentina – che è già in rete da anni all'interno di Senonetwork, un circuito nazionale di centri cui viene riconosciuta una competenza qualitativamente e quantitativamente certificata – contribuirà alla stesura delle linee guida in materia. «Stiamo lavorando da un po’ in questo settore e il nostro apporto, insieme a quello di altri colleghi, consentirà di stendere raccomandazioni di riferimento utili per tutti i chirurghi del nostro Paese». Nella nostra provincia sono circa 300 ogni anno le donne cui viene diagnosticata una neoplasia alla mammella. 

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