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Cronaca Lugagnano Val D'Arda

L'ultimo saluto al generale Castagnetti: «Ricordiamo quanto ha dato nel servire la divisa»

Affollatissima la chiesa: presenti amici, parenti, rappresentanze delle Amministrazioni comunali, delle associazioni combattentistiche, le più alte cariche dell’Esercito Italiano

C’erano rappresentanze di tutte le forze armate ad accogliere il feretro di Fabrizio Castagnetti, generale ed ex capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano, deceduto sabato 13 gennaio nella sua abitazione a Veleia. Alla chiesa parrocchiale della frazione di Lugagnano, la bara è arrivata sulle spalle dei militari del Genio Pontieri di Piacenza e accolta dalla fanfara della brigata alpina Taurinense.

Affollatissima la chiesa: presenti amici, parenti, rappresentanze delle Amministrazioni comunali, delle associazioni combattentistiche;  le più alte cariche dell’Esercito Italiano, con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.

«La celebrazione di oggi – ha detto il cappellano di Stato Maggiore dell'Esercito, don Paolo Villa, nel corso dell’omelia - è un abbraccio a tutte le forze armate. Quanto quest’uomo ha dato nel servire la divisa, oggi noi abbiamo il dovere di riconoscere il suo servizio e il suo operato. La nostra presenza dice proprio questo: il voler bene ad una persona, non per il ruolo che ha ricoperto, ma per l’umanità e la capacità di trasmettere l’amore verso l’uomo e verso la persona, al di là di ogni altra realtà che in qualche modo potesse veicolare o manovrare in forme diverse la responsabilità che ha assunto». Al termine Messa, è stato letto il messaggio inviato dal Capo dello Stato.

L'ultimo saluto al generale Fabrizio Castagnetti ©Leo Trespidi/ilPiacenza

IL MESSAGGIO DEL FIGLIO CLAUDIO - «Caro papà, qui in molti ti conoscono come il generale Castagnetti. Hai fatto molti sacrifici nella tua vita e alcuni li hai fatti fare anche a noi e alla mamma. A volte avrei voluto che tu fossi un po’ più papà e un po’ meno generale. Ho sempre avuto una grande ammirazione e rispetto per te. Non ho mai pensato di arruolarmi nelle forze armate perché sapevo che non avrei potuto eguagliarti e non avrei mai voluto essere definito “il figlio di Castagnetti”. Nella mia carriera professionale e nella mia ben più importante vita, però, mi sono ispirato a te: nei momenti di difficoltà mi hai insegnato a prendere il toro per le corna, ad affrontarli con decisione senza esitazione o dubbi, guardando avanti. Avrei preferito però che ci avvertissi un po’ prima di andartene così, all’improvviso e con la tua solita modestia ed umiltà. I tuoi nipotini, Elisa e Nicholas che sono stati battezzati proprio in questa chiesa sono troppo piccoli per capire, ma so che tu continuerai a proteggerli da lassù. Continuerò a ricordare il giorno in cui sei diventato capo di Stato Maggiore dell’Esercito: ero così fiero di te. Allora tu dissi, citando un filosofo di molti anni fa: “Per avere un buon governo bisogna che il principe faccia il principe, il suddito faccia il suddito, il padre faccia il padre, il figlio faccia il figlio”, volendo così significare che ciascuno deve compiere i propri doveri, grandi o piccoli che siano, attribuiti al proprio ruolo. Tutti quelli che sono venuti qui oggi ricordano le tue capacità professionali, di leader, di uomo onesto. Ma soprattutto ti ricordano tutti come un amico. Ora che sei insieme agli angeli, vorrei che anche noi fossimo di più amici. Ciao papà».

IL RICORDO DEGLI EX COLLEGHI DELL’ACCADEMIA - «Come rappresentante del 21° Corso dell’Accademia Militare, il corso di Fabrizio, vorrei ricordare gli inizi del percorso che ha messo in luce le sue superbe qualità di soldato e di comandante. Per noi sono sempre state importanti quelle di uomo, affidabile, sincero, onesto e dotato di un’istintiva simpatia. Un amico, di quelli veri, sul quale contare nei momenti di difficoltà. Queste doti gli sono sempre state riconosciute da tutti noi, sin dall’inizio. Doti che ha costantemente confermato nel corso della sua brillante carriera».

Le foto, sotto nella gallery, sono di Gianfranco Salvatori

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