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Cronaca

“Furbetti del cartellino”, archiviazione per 18 dipendenti. In fase di valutazione gli altri 32

È in dirittura di arrivo l’inchiesta sui dipendenti comunali accusati di aver timbrato il cartellino e poi di essere usciti durante l'orario di lavoro con anche mezzi dell'ente

È in dirittura di arrivo l’inchiesta sui dipendenti comunali accusati di aver timbrato il cartellino e poi di essere usciti per andare a fare la spesa, a bere il caffè. Ma c’era anche chi usava i mezzi del Comune per trasportare materiali e chi, addirittura, andava a prostitute. Il giudice per le indagini preliminari, Luca Milani, ha accolto la richiesta di archiviazione, del 28 giugno, per 18 dipendenti, mentre la procura sta definendo la posizione di altri 32 (uno di loro ha chiesto di essere interrogato) ad alcuni dei quali è già stato notificato il decreto di chiusura delle indagini. Passati i venti giorni entro i quali si possono chiedere interrogatori o depositare memorie difensive, il sostituto procuratore Antonio Colonna chiederà al gip il rinvio a giudizio. Sui 18 per dipendenti che non finiranno a giudizio erano state svolte le indagini, perché risultavano in Comune, ma qualcun altro aveva timbrato per loro. L’indagine ha stabilito la correttezza di quei comportamenti. Per tutti gli altri le accuse sono di truffa, falso e per qualcuno anche di peculato per aver usato automezzi di servizio per scopi non lavorativi. Ma c’è anche un dipendente che - oltre che andare sulla Caorsana con l’auto di servizio a cui aveva tolto i contrassegni del Comune - deve rispondere di violenza sessuale su minori perché pagava una giovane, disabile, che si prostituiva.

Finora, i licenziati sono stati una decina mentre sono in corso cause civili di altri dipendenti che avevano commesso illeciti di lieve entità e per i quali il Comune ha chiesto il licenziamento. Uno degli ultimi casi è di pochi giorni fa, quando il Giudice del lavoro ha respinto il ricorso di un ex dipendente. In Tribunale ne restano altri nove da discutere. L’inchiesta scattò alla fine di giugno del 2017, quando la Polizia municipale e la Guardia di finanza fecero scattare il blitz in Comune dopo che la procura aveva disposto 40 ordinanze cautelari per 50 degli indagati. Un terremoto, se si considera che il personale comunale è di poco più di 600 persone. Le indagini erano iniziate alla fine del 2016: grazie a telecamere nascoste e pedinamenti giornalieri, gli inquirenti hanno scoperto che decine di dipendenti comunali andavano in palestra oppure a bere il caffè prolungando la sosta al bar, fare la spesa durante l’orario di lavoro, svolgere commissioni personali. Timbravano e uscivano arrivando anche ad usare, per spostarsi, i mezzi dell'Amministrazione.

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