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Cronaca

Furbetti del cartellino, vicenda chiusa per altre sette persone

Indagine di polizia locale e Fiamme Gialle (pm Antonio Colonna) che travolse l’amministrazione comunale del 2017. Alcuni indagati scelsero di patteggiare, altri il rito ordinario che è ancora in corso. Pene sospese, multe e risarcimenti ma anche assoluzioni

Furbetti del cartellino e assenteismo in Comune. Si è chiusa il 10 gennaio per sette persone (su 9, per due la decisione e rinviati ai prossimi mesi) la vicenda processuale che le vedeva coinvolte nell’indagine di polizia locale e Fiamme Gialle (pm Antonio Colonna) che travolse l’amministrazione comunale del 2017. Questo gruppo scelse il rito abbreviato con il gup Fiammetta Modica. Le pene sono quasi tutte sospese e vanno dai sei mesi a un anno e per alcuni capi ci sono state assoluzioni (per tre persone accusate in concorso di falso e corruzione). Disposti anche risarcimenti non patrimoniali al comune per alcune migliaia di euro e svariate centinaia di euro di multa, mentre per alcuni il reato è estinto al termine della messa alla prova (map). Il dispositivo prevede anche la non menzione dei coinvolti , la non comparsa nel loro casellario giudiziale. Altri indagati scelsero di patteggiare (4) mentre altri hanno preferito il rito ordinario e il processo è ancora in corso.  Gli avvocati dei sette sono: Gaia Molinari, Carlo Bordi, Luca Tosini, Monica Magnelli, Mara Tutone, Paolo Ferroni, Francesca Zanardi Landi, Gianmarco Lupi, Giovanna Fanelli e Maria Silvia Torretta. Nel 2018 la posizione di 18 dipendenti era stata archiviata. In questi anni alcuni dipendenti sono stati anche licenziati perché ritenuta legittima la decisione, il Comune si era immediatamente costituito parte civile. I dipendenti infedeli erano accusati a vario titolo di falso, truffa alla pubblica amministrazione, peculato, violazione del Testo Unico sul pubblico impiego (riforma Madia). La procura all'epoca chiese 40 ordinanze cautelari per 50 degli indagati. Utilizzando telecamere nascoste e pedinamenti giornalieri, gli inquirenti avevano scoperto che decine di dipendenti comunali andavano in palestra oppure a bere il caffè prolungando la sosta al bar, fare la spesa durante l’orario di lavoro, svolgere commissioni personali. Timbravano e uscivano arrivando anche ad usare, per spostarsi, i mezzi dell’Amministrazione. 

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