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Cronaca

«Ti ricorderò per quei tuoi abbracci in cui mettevi una forza pazzesca»

Il toccante ricordo del cugino di Giuseppe Beolchi, l'agente piacentino di 45 anni morto in un tragico incidente. Il 22 dicembre la camera ardente alla caserma della Stradale di Guardamiglio e i funerali

Verranno celebrati alle 16,30 di venerdì 22 dicembre, presso la parrocchia di Guardamiglio, i funerali di Giuseppe Beolchi, l'agente 45enne della Polizia stradale morto tragicamente in servizio a causa di un incidente stradale in A1 a Piacenza Nord. In mattinata verrà allestita la camera ardente presso la caserma della Sottosezione della Polizia Stradale di Guardamiglio (di fianco all'ingresso autostradale di Piacenza Nord) e sarà possibile, dalle 14, far visita alla salma.

Emanuele Stefanoni, cugino della vittima, ha inviato alla nostra redazione questo toccante ricordo che pubblichiamo in memoria di Giuseppe.
«Che dire, siamo distrutti. Sono distrutto. La notizia che nessuno vorrebbe mai sentire, quella che in un lampo ti fa gelare il sangue, ti lascia a bocca aperta cercando di capire, cercando di non crederci anche se quelle parole sono già entrate nella tua testa e cominciano a fare effetto. A quelle parole il mio mondo si è fermato, mi sono sentito mancare. Ho cominciato a piangere disperatamente ripetendomi che non ci volevo credere. A quella notizia mi sono sentito impotente, non controllavo più nulla di me, non mi riconoscevo. Come può essere così la vita allora mi viene da chiedermi; un uomo forte, capace di sorridere davanti a ogni difficoltà, capace di sbattersi in mille per aiutare chiunque, non avendo nessuna persona contro, abbia avuto questo destino. 

Ti voglio ricordare soprattutto in quegli abbracci in cui mettevi una forza pazzesca non solo fisica ma anche sentimentale. Ora vedi di guardarci da lì, di aiutarci e di darci la forza per andare avanti perché è così che voglio che tu rimanga lì in cielo. E se magari non te l’ho dimostrato sappi che ti ho sempre voluto un bene dell’anima e te ne vorrò anche ora per sempre
Addio Giuseppe, addio cugino mio, anzi arrivederci».

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