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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Giustizia a un passo dalla paralisi: pochi magistrati, pochi impiegati e tantissime cause

In visita il nuovo presidente della Corte di appello di Bologna, Colonna: «Scopertura forte di giudici». Mingardi (avvocati): «Situazione peggiore in regione, vicini al blocco». E la politica non agisce

«La situazione del Tribunale di Piacenza è la peggiore in Emilia Romagna. Servono magistrati, personale amministrativo e che istituzioni e politici si muovano, altrimenti si rischia il blocco con al conseguenza che i cittadini avranno meno giustizia, o una giustizia più lunga, e sarà più difficile lavorare per giudici, impiegati e avvocati». E’ il grido di allarme, non l’unico in verità, lanciato da Graziella Mingardi, presidente dell’Ordine degli avvocati.  Nella mattina del 10 febbraio, i vertici di Tribunale, Italo Ghitti, e Procura, Salvatore Cappelleri, hanno ricevuto il nuovo presidente della Corte di appello di Bologna, Giuseppe Colonna. Un incontro a cui hanno preso parte magistrati, giudici, avvocati, personale della cittadella giudiziaria e sindacati. «Basti pensare che a parità di popolazione - rincara Mingardi - Ravenna ha 22 magistrati, Ferrara 20 e Piacenza 13».

Un incontro «positivo» lo ha definito Colonna. «Piacenza - ha affermato a margine del summit - è in una situazione particolarmente difficile per quanto riguarda la scopertura di magistrati, che è forte. Chi c’è lavora molto e lo fa bene. La situazione si aggraverà. Nel penale, comunque, la situazione dei processi è positiva nonostante tutto». «Il problema è che accanto alla mancanza di magistrati - continua Colonna - c’è un “sotto organico” fortissimo in tutte le sedi dell’Emilia Romagna, aspetto che ho sottolineato all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Un altro problema è l’aumento delle nuove cause sia nel civile sia nel penale, in numero superiore a quelle che si possono affrontare». Una strada può essere quella della sinergia con gli avvocati, il personale, la politica. «C’è un osservatorio che mette in comune le diverse prassi per cercare di individuare una soluzione. Sinergie che dovevano muoversi anche a livello politico…». La giustizia civile è più in sofferenza «anche perché ci sono applicazioni di giudici civili al settore penale. I giudici di Piacenza sono molto bravi e lo si vede dalle poche impugnazioni in appello».

Infine, sulle depenalizzazioni Colonna le ritiene «un aiuto al magistrato, uno strumento indispensabile e credo vadano ampliate». Il magistrati avvocati-2cittadino, però, percepisce la depenalizzazione come un venire meno della Giustizia. «Il giudice - sottolinea il presidente -deve occuparsi non di fatti bagattellari, di poco conto, ma di cose importanti. Il giudice così può lavorare meglio e in fretta per risolvere casi importanti. Alla fine, credo, la depenalizzazione ha inciso di circa il 10% sui procedimenti pendenti». Mingardi, invece, ricorda che «qualche anno fa fu proposto l’aumento della pianta organica di sue magistrati - da 13 a 15 - ma il Csm (Consiglio superiore della magistratura) diede parere sfavorevole». E così se oggi la scoperta più alta in regione è a Parma, con il 20% « a breve Piacenza toccherà il 50%! Significa che si rischia la paralisi». Entro pochi mesi, infatti, potrebbero lasciare Piacenza una paio di giudici civili. «Ad aggravare la situazione -  aggiunge Mingardi - c’è poi il fatto che Piacenza non è una piazza appetibile, anche a causa dell’alto numero di cause assegnate a ogni magistrato. Andrebbero coinvolti i politici. Il risultato di questo stato di cose è che si dovranno ridurre le udienze: non ci sono magistrati e il personale amministrativo è sotto del 38%». Insomma, per i piacentini la giustizia veloce resta un miraggio e tra un poi potrebbe anche ridursi.

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